Convegno sul lavoro al Parco della Legalità

di Redazione

 CASALE. Si è svolto a Casal di Principe, al Teatro della legalità, il convegno dal titolo “I giovani verso il lavoro. Una rete pubblico/privata per la legalità”.

Tanti i relatori, rappresentanti del mondo e del mondo del lavoro. Ha moderato l’incontro Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce. Gli incipit della discussione, come da programma, sono stati del sindaco Pasquale Martinelli e dell’assessore comunale al Lavoro, Raffaele Caterino, entrambi subito concordi nel considerare il lavoro la priorità dell’agro aversano. Martinelli è tornato a promuovere l’occupazione come “migliore rimedio contro l’illegalità”; Caterino ha subito centrato l’altra priorità del convegno: la rete necessaria tra privato e pubblico per creare lavoro. Di qui il suo fermo auspicio: si realizzi nei tempi più celeri una governance di multivelli per creare e dare lavoro ai cittadini di questa terra”. Almeno nella prima parte del dibattito, i relatori sono rimasti fedeli alle finalità del convegno. Hanno trattato di lavoro, hanno sviscerato, in ogni particolare, i problemi del territorio, hanno affrontato senza infingimenti l’emergenza criminalità che attanaglia la comunità casalese, così come l’intero comprensorio.

Certo, gli intervenuti hanno badato, ognuno per il proprio ruolo, a parlare dei propri compiti e, per esempio, a sollecitare la partecipazione dei giovani alle attività da essi quotidianamente espletate: così per Gianfranco Ginolfi, dell’Ordine Consulenti del Lavoro, e Claudio Buono, della Fondazione Consulenti, come per Michele Raccuglia, Responsabile Macro Area Sud-ionica Italia Lavoro, per Teresa Crisci, responsabile Centro per l’Impiego di di Casal di Principe, e per Angelo Petrocelli, della Direzione Provinciale Lavoro di Caserta. L’auspicio dell’assessore Caterino ha ricevuto l’imprimatur di tutti gli intervenuti, primi fra tutti i consulenti del lavoro, che si sono detti felici di lavorare da tempo all’applicazione più coerente ed efficace di quel D.Lgs. 276/2003 che porta la firma del giuslavorista Biagi, vittima del terrorismo. Sulla sinergia pubblico-privato molto hanno detto anche Raccuglia e l’assessore provinciale al lavoro Gimmi Cangiano, adducendo a dimostrazione l’impegno da essi svolto in Campania e, specificatamente, in provincia di Caserta, che ha prodotto tanta nuova occupazione. In particolare, l’assessore provinciale ha ricordato che in Terra di Lavoro sono state 2mila le nuove assunzioni, di cui 400 nell’agro aversano”.

E’, però, sul tema lavoro e criminalità che si è consumato il più intenso dibattito, un argomento su cui hanno pesato le dichiarazioni proferite da giorni ormai, dal sindaco Martinelli: “Ben venga il contrasto e la repressione crescente dell’attività criminale ma occorre dare ai cittadini tante e nuove opportunità di lavoro, per generare quella nuova mentalità e quel riscatto del nostro territorio tanto auspicati e per disattivare quel circuito perverso per cui spesso la sola a poter dare lavoro è la fabbrica dell’illegalità”. Ebbene, sul tema il leit-motiv è stato piuttosto semplice: far sì che il tanto osannato “Modello Caserta” della lotta alla criminalità diventi anche un modello per l’occupazione e lo sviluppo. Su questa richiesta hanno convenuto tutti, compreso don Carlo Aversano, intervenuto a chiusura del convegno.

E dire che la cittadina casalese, così come l’intero agro aversano, presenta veramente una grandissima emergenza lavoro. Basti rileggere, in alcune parti, il report presentato nell’occasione, da Angelo Petrocelli, che ha usato il linguaggio brutale dei numeri: “nel comprensorio di Casal di Principe, nel 2010 – ha ricordato – la disoccupazione è aumentata di 2mila unità rispetto all’anno precedente. Senza dimenticare, le altre sue denuncie: sul numero attuale delle controversie di lavoro esistenti a tutt’oggi in Terra di Lavoro: ben 6mila ogni anno; e sul lavoro nero, “quattro volte superiore il dato nazionale”. Cifre che spiegano ancor più la forza con cui il dibattito odierno ha posto all’ordine del giorno la volontà di avere “Non solo repressione ma anche lavoro e sviluppo”. E l’istanza è stata da tutti più volte reiterata e ha avuto i suoi toni più forti nelle parole dell’assessore Cangiano: “Questa terra ha ormai un marchio doc che non è da intendersi come marchio di origine controllata, ma marchio di camorra: è difficile che qui venga un’impresa a portare lavoro, che un giovane possa andar fuori e trovare lavoro; occorre fare qualcosa di nuovo”.

Cangiano ha avuto parole anche per lo scrittore Roberto Saviano, colpevole, a suo dire, di essere “un mezzo eroe” perché “non sta insieme a noi per riscattare il territorio”. Fino alla proposta – provocazione: “Perché non sfruttare la sua immagine vicino alle nostre aziende?”, vale a dire, per sponsorizzare le attività del territorio. Laddove, però, la discussione ha veramente trovato generale concordia ed approvazione è stata sulla creazione di un’apposita zona franca per Casal di Principe e l’agro. E’ una proposta più volte lanciata dal sindaco Martinelli e che oggi ha trovato molta udienza e consensi tra i presenti.

Una proposta forte a cui va aggiunta l’altra provocazione fatta da Angelo Ferraro, presente tra il pubblico ed intervenuto verso la fine dei lavori. Il giovane dirigente della locale società di calcio ha proposto: “Perché non finanziare lo sviluppo e il lavoro del territorio, con le risorse sequestrate alla camorra?: un modo nemmeno troppo velato per significare che i soldi che la camorra ha tolto ai cittadini con i suoi molteplici reati dovrebbero poter così ‘tornare’ ai cittadini”.

Come si può dedurre, il tema del lavoro è così tanto sentito nella comunità casalese che suscita tante ed originali proposte. Intanto, una proposta c’è stata, ed è questa la buona notizia per i giovani casalesi. Come era stato annunciato dall’assessore Cangiano, è in gestazione un progetto dell’ente provincia per i giovani delle cosiddette aree a rischio. E il progetto è stato oggi abbozzato nelle sue linee generali, in due tempi, prima da Michele Raccuglia e poi dallo stesso Cangiano. Per il massimo dirigente di Italia Lavoro, in questo territorio sarà presto realizzata un’esperienza già compiuta nelle province della Campania, Napoli esclusa: “un progetto per arrivare ai giovani attraverso tirocini e contributi per assunzione”. “E’ l’iniziativa da me anticipata e promessa – ha spiegato Cangiano – che consisterà nella creazione di un laboratorio territoriale e nella stesura di uno specifico progetto da portare all’attenzione e, mi auguro, all’approvazione del ministro della Gioventù e di altre istituzioni collegate al mondo del lavoro”.

Per la cronaca, al convegno di oggi, oltre ai già citati Aversano e Ferraro, sono intervenuti anche Mattia Branco, ex sindaco di Cancello Arnone, e Franco Martino, leader del “Coordinamento per il Riscatto”. Il primo ha invitato a valorizzare i prodotti e le peculiarità di questo territorio che sono davvero tanti”, il secondo, ha rinnovato l’invito del suo movimento a politici, associazioni, semplici cittadini, a sottoscrivere un ‘Patto per Albanova’ contro la discriminazione.

Da segnalare, in ultimo, l’impegno assolto da Allucci, che ha rinnovato l’esigenza di diffondere e radicare la prassi della legalità, ha spesso convenuto sulla necessità di “fare sviluppo in questo territorio” e non solo reprimere; ha sottolineato “l’importanza della scuola e della Chiesa, che sono due terminali importanti per comprendere i problemi del territorio”.

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