Casalesi, società ad hoc per eludere controlli: sequestro da 600mila euro

di Redazione

 CASALE.Nel giro di pochi giorni, tra la notifica e la concreta conclusione di un provvedimento di sequestro beni, era riuscito a creare nuove società e a trovare un prestanome cui intestarle, cercando di sottrarre beni del clan dei Casalesi all’azione degli inquirenti.

Ma gli uomini della Direzione investigativa antimafia di Napoli, diretti da Maurizio Vallone, hanno vigilato e ottenuto dal tribunale di Frosinone, con la collaborazione della Direzione distrettuale antimafia di Roma, un decreto di sequestro di beni nei confronti Stefano Mammone, 35enne di Sora, ritenuto prestanome di Aladino Saidi, 33enne anch’egli di Sora.

Saidi era una delle tre persone nei cui confronti la Dia partenopea il 15 marzo scorso aveva proceduto a un sequestro beni per 100 milioni, tra cui concessionarie di auto di lusso, attività e proprietà riconducibili al clan dei Casalesi, operazione denominata “Verde bottiglia” dal colore della Jaguar regalata da Gennaro De Angelis, 66 anni, insieme a Saidi e Antonio Di Gabriele, 65 anni, destinatario della misura di prevenzione, al boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”.

Secondo gli inquirenti, Saidi, con spregiudicate operazioni commerciali, avvalendosi della collaborazione di Mammone, era riuscito a sottrarre le quote societarie della “Financial Motor Gruop s.a.s. di Mammone Stefano and C.”, con sede legale a Ceccano e con una unità locale a Sora, nel frusinate, attiva nel settore della compravendita di auto nuove e usate, che vanta un parco auto di notevole valore commerciale, risultata essere il “contenitore” entro cui sono confluiti gli ingenti proventi delle attività di Saidi. Sottoposte a sequestro anche le disponibilita’ finanziarie esistenti sui vari conti correnti della società.

Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a oltre 600mila euro. Tra questi circa 70 vetture; due Ferrari, in leasing, sono state consegnate ai proprietari.

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