La Sinistra dice ‘No’ al gassificatore

di Redazione

 CAPUA. Il circolo cittadino di Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra si esprime in maniera netta e fermamente contraria rispetto all’ipotesi di ubicazione di un impianto di termodistruzione di rifiuti nel comune di Capua.

“L’incenerimento si è rivelato negli anni una non-soluzione del problema rifiuti in Campania nonché una manna dal cielo calata ad uso e consumo di malapolitica, malaimprenditoria e malavita organizzata. La definizione di gassificatore altro non è che un’etichetta mistificatrice applicata ad un inceneritore in quanto un impianto di gassificazione dei rifiuti che produce un gas con proprietà analoghe a un combustibile fossile va considerato a tutti gli effetti impianto di coincenerimento, come stabilito dall’ex direttiva 2000/76/Ce sull’incenerimento dei rifiuti. Chi sostiene teorie differenti è indiscutibilmente tacciabile di spergiuro e/o di grave ignoranza in materia, come sentenziato da un ente difficilmente tacciabile di marxismo-leninismo come la Corte di Giustizia Europea. In barba alle tanto sbandierate percentuali di raccolta differenziata raggiunte a Capua, si predilige affidarsi ad una tecnologia ritenuta oramai obsoleta ed altamente impattante sull’ambiente. In tutta la provincia di Caserta c’è invece una reale necessità rimasta ancora inesausta: quella di costruire un ciclo virtuoso dei rifiuti che punti sul principio delle tre R (Riuso, Riciclo, Riduzione). Una logica che passa attraverso l’implementazione della raccolta differenziata ‘porta a porta’. Costruire un impianto del genere a Capua, inoltre, rappresenterebbe l’ennesimo scempio ambientale perpetuato ai danni di un territorio che già ha pagato e sta pagando ampiamente dazio rispetto alle scellerate politiche di smaltimento dei rifiuti portate avanti in Campania da oltre 17 anni. Un impianto localizzato in un’area caratterizzata da un’elevata mortalità per incidenza di patologie tumorali, nonchè già martoriata dalla presenza ravvicinata delle aree di stoccaggio di San Tammaro e Santa Maria la Fossa (finite di recente sotto la lente della magistratura per presunte infiltrazioni camorristiche) e dall’impianto ex cdr situato nell’adiacente Santa Maria Capua Vetere. Ma soprattutto, dalle ecoballe condannate a marcire in eterno al Frascale, dove dal 2004 sono stoccate 70mila tonnellate di ecoballe non a norma (e quindi non smaltibili negli inceneritori), nel cuore della zona dei Mazzoni, storicamente votata alla produzione agricola ed in particolare alla produzione di quella mozzarella di bufala Dop che tutto il mondo ci invidia. Dopo aver denunciato negli scorsi anni, nel colpevole silenzio di tutte le altre forze politiche locali di qualsiasi colore, la drammatica situazione del Frascale, chiediamo a tutta la cittadinanza di mobilitarsi attivamente in difesa del proprio territorio affinché in questa occasione non si verifichi lo stesso, triste epilogo, che vede Capua e zone limitrofe declassate da aree a vocazione turistica ed enogastronomica a maxi-immondezzaio regionale”.

Ad intervenire anche Ferdinando Mirto, portavoce dei Giovani Comunisti di Capua nonché candidato alla carica di consigliere comunale alle prossime amministrative per la Sinistra: “Erigere un impianto di termodistruzione dei rifiuti nel cuore della zona dei Mazzoni, storicamente votata alla produzione agricola ed in particolare alla produzione di quella mozzarella di bufala Dop che tutto il mondo ci invidia rappresenta l’ennesimo scempio ambientale perpetuato ai danni di un territorio che già ha pagato e sta pagando ampiamente dazio rispetto alle scellerate politiche di smaltimento dei rifiuti portate avanti in Campania da oltre 17 anni”.

Sergio Raucci, capolista, aggiunge: “A Capua prima si sbandierano ai quattro venti le percentuali di raccolta differenziata raggiunte, dopodichè i principi di riduzione, riuso e riciclo lasciano spazio ad un impianto tecnologicamente ritenuto obsoleto e sorpassato in tutta Europa. Come dimostra il caso Acerra, la logica dell’incenerimento in Campania si è rivelata una soluzione inefficace al problema dei rifiuti ed al tempo stesso una manna dal cielo per lobby senza scrupoli intenzionate a realizzare il proprio business sulla pelle dei cittadini campani”.

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