Mario Caterino, ecco le dichiarazioni dei pentiti

di Redazione

Mario CaterinoCASERTA. Ecco le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia su Mario Caterino, alias “Mario ‘a botta”, 54 anni, arrestato nella mattinata del 2 maggio dalla polizia a Casal di Principe.

Giuseppe Pagano (29.06.1996): Adesso mi sovviene che anche tale Mario “i bott’” era presente alla riunione presso l’abitazione di Panaro Sebastiano, ove Schiavone Walter mi aveva parlato della decisione di uccidere Santoro Mario. A tale riunione era presente oltre Walter, anche Panaro Sebastiano e se non erro tale Nicolino, cugino di Walter, nonché Mario “i bott”. V.S. mi chiede se quest’ultimo è da individuarsi in Caterino Mario; si, si tratta proprio di questi.

Dario De Simone (14.09.1996):ed in quella occasione ci parlammo, ci stava proprio Ciccio Schiavone “Sandokan”, disse finitela, lasciamo perdere tutto quello che è successo, da oggi in poi state tranquilli, tutte queste cose qua, ecco. P.M.1: Caterino Mario? De Simone: Caterino Mario … “Mario e bott” è legalizzato. P.M.1: Gruppo? De Simone: Gruppo Schiavone. P.M.1: Compiti? De Simone: Compiti … dei più svariati dottore, dal …… percepiva le estorsioni degli imprenditori … Caterino Mario è quello che ha portato la battuta per l’omicidio di De Falco Vincenzo. Lui è quello che ha dato la notizia insomma. Poi si interessava pure di armi, un po’ di tutto praticamente. Di reati di sangue specifici non saprei indicarli. P.M.1: Ma ne ha fatto secondo lei? Rientrava tra i suoi compiti? De Simone: Si, se li doveva fare li faceva pure, non è che si tirava indietro.

Salvatore D’Alessandro (14.10.1997): Pur essendo libero ancorché latitante Sandokan quanto almeno negli ultimi anni non ha mai presenziato alle stesse, ma ha delegato di volta in volta la persona di sua maggior fiducia. In particolare, prima il fratello Walter fino a quanto è stato libero, poi il cugino Cicciariello Schiavone fino a quando è stato libero, poi Panaro Sebastiano fino a quanto è stato libero e infine Mario detto “Bott”.

Giuseppe Quadrano (19.10.1995): De Simone Dario che in quel periodo la cassa era gestita da Caterino Mario detto ” A’Bott “. Il De Simone mi disse anche…il De Simone mi disse anche che le entrate mensili a quell’epoca ammontavano a circa 800 milioni.

Alfonso Diana (21.01.2006):riconosco Caterino Mario detto Mario a Bott’ Persona legata al clan dei Casalesi in particolare a Schiavone Francesco di Nicola detto Sandokan. Per quanto a mia conoscenza lo stesso su incarico di Schiavone Francesco stipendiava gli affiliati, ricordo infatti che quando gli appartenenti al nostro gruppo non ricevevano o tardavano gli stipendi ci rivolgevamo a lui il quale si adoperava, posso dire che è stato l’autista di Sandokan, ha avuto una serie di incontri con mio fratello Luigi e Cantiello Salvatore.

Luigi Diana (04.05.2006): La foto nr. 22 ritrae una persona da me già riconosciuta in precedente individuazione fotografica ed è Caterino Mario soprannominato “a bot”. Lo stesso era collegato al gruppo di Casal di Principe ed aveva il ruolo di braccio destro di Francesco Schiavone “Sandokan” ed aveva anche il ruolo di cassiere ed ha compiuto diversi omicidi. Lo stesso era affiliato al clan dei casalesi e percepiva lo stipendio, pari a euro 2500,00 mensili per quanto era a mia conoscenza, perlomeno fino a quando sono stato sottoposto al regime detentivo previsto dall’articolo 41 bis del c.p.p. ovvero settembre 2003.

Cesare Tavoletta (15.05.2006): La foto nr.24 ritrae una persona che non conosco. L’Ufficio da atto che la foto nr. 24 raffigura Caterino Mario, nato a Casal di Principe il 14.06.1957. Adesso che mi dite il nome, vi riferisco, che ho sentito parlare di lui da Cantiello Salvatore ed il suo gruppo e ne parlava rappresentandolo come un capo del clan dei casalesi. So che egli veniva chiamato “Mario a botta”. Sul suo conto Le dico che, tra gli anni 1999-2001, fu scarcerato dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, e ebbe a mandarmi la somma di lire 25 milioni, che fece recapitare al mio gruppo essendo io detenuto.

Massimo Pannullo (16.05.2006): La foto nr.24 ritrae Caterino Mario detto “a botta”, ed era un capo oltre ad essere un killer del clan dei casalesi, percepiva uno stipendio mensile di euro 2000,00 circa. Lo stesso era collegato direttamente alla famiglia Schiavone Francesco “Sandokan” e Schiavone Francesco detto “Cicciariello”.

Luigi Diana (18.05.2006): Altresì, il gruppo facente capo alla famiglia Schiavone di Casal di Principe ed in particolare al capo clan Schiavone Francesco Sandokan, che oltre ad avere la supervisione dell’intero territorio dominato dal clan dei Casalesi; in particolare aveva la diretta gestione su Casal di Principe avvalendosi di Caterino Mario, Panaro Sebastiano e Nicola Panaro che erano, oltre ad essere anche dei suoi parenti, erano i suoi diretti referenti su questo territorio insieme a Schiavone Antonio che definisco “l’ombra nera” del clan, perché, pur essendo stipendiato, non risultava negli elenchi, ed inoltre gestiva gli affari del clan in campo economico e i rapporti con la pubblica amministrazione.

Paolo Di Grazia (05.06.2006): La foto nr.24 ritrae una persona che conosco ed è Mario Caterino, detto Mario a botta. Egli è un affiliato alla famiglia Schiavone ed è un killer così come mi è stato riferito da Raffaele Ligato nell’anno 1997-98 quando ero detenuto a Carinola con lo stesso. Anche altri affiliati (…) ed altri di cui al momento non ricordo il nome, mi hanno confermato che lo stesso aveva un ruolo molto importante all’interno del clan dei casalesi.

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