“Lisa”, nuova opera di Margherita Pisanelli

di Nicola Rosselli

AVERSA. Quando si legge un libro non per scelta, ma per recensirlo, capita spesso che lo si sopporti, che si faccia fatica a digerirlo.

Ebbene, non è questo il caso di “Lisa”, un avvincente saga familiare scritta da Margherita A. Pisanelli, per i tipi della casa editrice “Albatros”. L’autrice, dottoressa in lingue e letterature straniere e giurisprudenza, vive e lavora ad Aversa, dove è dirigente scolastica. Al suo attivo: “Quando le voci tacciono” e “Prefisso 081” con Lo Faro Editore e “In saeculasaeculorum” con Guida editore. “Lisa” è, quindi, il suo quarto lavoro e conferma quanto di buono aveva già fatto vedere in precedenza.

Il romanzo, come dicevamo, è una saga familiare scritta con linguaggio leggero, che non si perde in leziose, quanto fumose, descrizioni di oggetti o panorami, ma è efficace, rapido, senza essere, però, arido. Altrettanto accattivante la trama nella quale si ritrovano echi della vita nell’agro aversano dal dopoguerra ai giorni nostri. Echi non marcati, ma lievi, quasi filtrati.

Particolari che non appesantiscono lo stile, ma che il lettore riesce a carpire. C’è, soprattutto, un racconto scorrevole e accattivante che ci ha letteralmente rapito “costringendoci” a terminare la lettura in un pomeriggio. E, quando la lettura è terminata, ci è rimasta la voglia di continuare a leggere il libro. Un desiderio che ci fa sperare in un futuro sequel di “Lisa”.

Nel racconto quadretti unici, a volte anche comici, altri con risvolti sessuali, ma con questo tema trattato con maestria, senza mai essere volgare, ma quale percorso naturale del racconto che si snoda in un chiaro scuro mai noioso.

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