Contributi ad associazioni, la giunta si spacca e rinvia la seduta

di Redazione

Nicola De ChiaraAVERSA. Carta bianca al vicesindaco, attualmente primo cittadino facente funzioni, Nicola De Chiara, per la concessione di finanziamenti alle associazioni cittadine nell’ambito di un’iniziativa che dovrebbe essere organizzata per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia?

Assolutamente no. Lo stop al vice di Ciaramella, assessore con delega alla Cultura, è venuto nel corso della riunione interpartitica convocata dallo stesso De Chiara per discutere del rilancio dell’attività amministrativa in vista del rush finale di questa amministrazione fino alla primavera del 2012. Tra i temi urbanistici sul tappeto come il Piano Casa, l’adeguamento del Regolamento Edilizio che risale al 1974 e la qualificazione delle zone “G”. In discussione è stata posta anche l’elargizione di questi contributi alle associazioni per organizzare questa giornata particolare.

Tutti d’accordo i presenti sull’opportunità della ricorrenza, ma per quanto riguarda a chi elargire i soldi hanno sottolineato che la decisione deve passare attraverso l’accordo tra i partiti di maggioranza. Insomma, della serie “se clientela deve essere che sia data a tutti la possibilità di attuarla”. Ma non è questo l’unico tentativo di elargire prebende a chi è “più simpatico”.

In occasione dell’ultima seduta di giunta, diversi assessori, che hanno deleghe a settori che li pone in contatto con l’associazionismo, hanno presentato proposte di concessione di contributi “a fondo perduto” a diverse associazioni. Qualche altro assessore ha fatto notare che non è affatto normale concedere contributi “a pioggia” senza nemmeno chiedersi che fine faranno queste somme, soprattutto se si tratta di soldi pubblici.

Insomma, alla fine, l’argomento è stato rinviato per decidere quali debbano essere i criteri per questo tipo di contributi alle associazioni. Criterio che non sia quello della semplice “clientela spicciola”, anche se qualcuno degli assessori proponenti avrebbe chiesto al collega titubante: “Perché cambiare se abbiamo fatto sempre così?”. Speriamo solo che qualcuno dei presenti abbia avuto la bontà di spiegarglielo.

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