Chiusura centri di riabilitazione, Ugl propone “autogestione”

di Antonio Arduino

 AVERSA. Soluzione in arrivo per i diversamente abili che da qualche tempo si sono visti sospendere le cure riabilitative dalle strutture accreditate aderenti al servizio sanitario, bloccate, nel casertano, per mancanza dei fondi necessari a garantire il pagamento delle prestazioni.

La decisione di chiudere i battenti adottata dalla sezione provinciale dell’Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale che sta creando non pochi problemi agli ammalati e alle famiglie, private di trattamenti necessari al recupero psico-fisico dei loro cari, potrebbe essere cancellata se il consigliere regionale Michele Schiano, presidente della commissione sanità dovesse dare attuazione alla proposta di soluzione presentata da Luciano Gentile, medico del 118 di Aversa e rappresentante regionale dell’Ugl per il settore H Diversamente Abili.

“Il problema esiste – spiega – solo nella nostra provincia per la decisione assunta dall’Aspat Caserta che non ha voluto accettare le proposte avanzate dalla Regione, ma la soluzione è l’autogestione” esordisce Gentile. “Un’idea – continua Gentile– che abbiamo appena sottoposta all’attenzione del presidente della commissione sanità regionale Michele Schiano, che si è dichiarato disponibile ad attuarla”.

L’idea di Gentile è quella di far gestire i centri di riabilitazione accreditati dai familiari e dagli operatori sanitari. “Naturalmente – sottolinea il medico – utilizzando le convenzioni esistenti, sotto la supervisione di fiduciari dell’Asl Caserta, e prendendo in fitto i locali adibiti a centri di riabilitazione momentaneamente, in attesa della riorganizzazione dei servizi da parte della Regione”. “In questo modo – conclude l’esponente dell’Ugl H – grazie alla partecipazione diretta di chi ha interesse che il sistema funzioni, in pratica le famiglie degli ammalati e gli operatori che da questo lavoro traggono sostentamento, si otterrebbe un aumento della qualità del servizio e la diminuzione dei costi di gestione”. Due elementi che sembrano aver convinto il presidente della commissione regionale sanità a prendere in considerazione l’idea.

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