Lectio magistralis del giudice Meccariello sui beni confiscati alla camorra

di Redazione

 SPARANISE. Notevole interesse e sentita partecipazione quella registrata ieri pomeriggio in occasione della lectio magistralis di Giuseppe Meccariello, Magistrato e Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Il seminario di studi, svoltosi nell’ambito del progetto Pon-Fse riguardante il riutilizzo dei beni confiscati alla camorra nel territorio dell’agro caleno, è stato seguito con entusiasmo e partecipazione dagli studenti del triennio dell’Istituto Tecnico Commerciale e Turistico “Galileo Galilei” di Sparanise e dal corpo docenti. Tante le personalità intervenute tra le quali il sindaco di Sparanise Mariano Sorvillo, il suo vice Giancarlo L’Arco, il presidente del Consiglio comunale Antonella Lo Greco, l’assessore alla legalità Salvatore Piccolo, dott. Gervasio dell’Ufficio Scolastico Regionale. Come da tradizione, è toccato alla preside Donatella Mascagna presentare i temi principali del progetto ed introdurre l’apprezzata lectio magistralis del giudice Meccariello. Dopo un excursus storico sui fattori che hanno permesso il proliferare della camorra in Campania, il magistrato, rivolgendosi direttamente agli studenti presenti in sala, li ha esortati a tenere ben presenti i principi della legalità anche sulle piccole cose del quotidiano, da contrapporre in maniera forte agli atteggiamenti violenti ma comunque potenzialmente attraenti di chi delinque.

“E’ necessario marcare nettamente le differenze – ha detto – tra i pochi che intimidiscono e delinquono con l’uso violenza ed i tanti che, uniti, possono affrontare e risolvere il problema potendo contare su una coscienza collettiva basata sul totale rispetto della legalità. Consapevoli del fatto che alla fine, lo Stato vince sempre, i giovani devono necessariamente comprendere che tutto quanto la camorra, anche quella dei colletti bianchi, realizza illegalmente non ricade in maniera virtuosa sul territorio ma finisce per sottrarre ricchezza e futuro alla nuove generazioni”. Poi ha spiegato che, rispetto al passato, sono stati fatti notevoli passi avanti nel territorio casertano, soprattutto in termini di consapevolezza. “Se adesso tutti sanno cos’è, come è e dove agisce il clan dei casalesi lo si deve allo sforzo della società civile ed al successo di libri come “Gomorra” di Roberto Saviano”. Infine, il magistrato a spiegato le ragioni che hanno spinto lo Stato ad istituire un’agenzia come quella dei Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata, presieduta dal Prefetto Morcone, mettendo una sede a Reggio Calabria e non a Roma, proprio per dare un segnale forte di presenza sul territorio. “L’agenzia avrebbe bisogno di più attenzione e di maggiori fondi per rendere l’attività ancora più efficace. Il problema è nella gestione delle aziende che spesso, una volta confiscate, non riescono ad essere competitive proprio perché rispettano in toto la legge. E perciò quanto mai opportuno – ha concluso rivolgendosi ai giovani – pensare ad un riutilizzo a scopo sociale, proprio come è avvenuto a Sparanise”.

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