Cantile: “Il 17 maggio D’Angiolella andrà nel dimenticatoio”

di Redazione

Ettore CantileSAN MARCELLINO. “Vorrei ricordare e precisare a Ciccio D’Angiolella, candidato consigliere de “La Rosa”, che io sono il presidente dell’associazione ‘Ancora’ e che conto sei consiglieri comunali, ex vicesindaci (Di Martino e Fabozzi), …

… me compreso ex assessore. Insomma, rappresento la politica vera degli ultimi 15 anni a San Marcellino. A lui non scende giù il fatto che l’ho costretto a contare ancora pochi secondi con la carica di consigliere comunale”. Questo il commento del presidente dell’Ancora, professore Ettore Cantile, in merito all’attacco del candidato consigliere de ‘La Rosa’, Francesco D’Angiolella, quando quest’ultimo si chiedeva chi fosse Cantile, se non uno spettatore normale, a chiedere al sindaco il metodo del sorteggio, lunedì 25 aprile, quando si è tenuta la nomina degli scrutatori per le prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. “Il 17 maggio D’Angiolella andrà nel dimenticatoio della politica del nostro paese – continua Cantile – perché la sua pseudo lista ‘La Rosa’, fatta da tre nomi, non prenderà nemmeno l’odore di un seggio al consiglio comunale. E se le previsioni sono quelle che si prospettano dovrà rassegnarsi a vederci, noi de L’Ancora, amministrare San Marcellino per i prossimi 5 anni con Colombiano sindaco”.

“Chi è Ettore Cantile? Lui si domanda, ma lo sa molto bene, chi è – spiega il presidente dell’Ancora. Io sono uno dei fondatori di questo progetto e sono uno di quelli che ha detto no a lui nel nostro gruppo. Le normative le conosciamo, gliele insegniamo, gliele spieghiamo senza prenderci onorari”. “E come gli elefanti anziani, che avvertono di morire “politicamente”, si avviano al cimitero da soli – incalza Cantile – così egli avvertendo la sua fine politica si è avviato verso sentieri (la Rosa) che lo porteranno nel dimenticatoio e nel riposo politico eterno”.

“Smetta di accusare Colombiano di incompetenze perché egli non è nessuno per giudicare, ne tanto meno di rivolgersi alla mia persona con superficialità. Gli ho dato molte volte dimostrazione di essere più competente di lui, più preparato, più serio e più intelligente di lui. Questa autocelebrazione – conclude Cantile – me la prendo con licenza poetica, perché mi ha stufato la sua superiorità infantile che si decanta da solo. Noi siamo più capaci di lui, più competenti e guardiamo avanti con il nostro progetto con lungimiranza e serietà”.

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