Polizia Municipale, Rsu: “Il nostro tempo sta passando”

di Redazione

 MADDALONI. A volte pensiamo che bisogna essere in grado di dare risposte a chi ha posto in te fiducia ed aspettative, a volte pensiamo che bisogna guardare con occhi diversi a quello che assistiamo ogni giorno, almeno per non esser accusati di essere conniventi o omertosi.

Ogni ragionamento che facciamo o che abbiamo fatto è stato sempre improntato alla salvaguardia di chi pensavamo ed in parte pensiamo ancora, rappresenti per la maggior parte il buono, quello che ancora ci spinge a spendere qualche parola. Ma noi veramente non riusciamo a dare una risposta a chi ci chiede di osservare attentamente a quello che avviene e non sempre il rifugiarsi nel lavoro serve a cancellare quello che non vorremo vedere ma che purtroppo vediamo. Tutti si aspettano ovvero si aspettavano dei cambiamenti che non ci sono stati, si sono solidificate posizioni vecchie, si sono cementificate posizioni nuove, tutte con un senso di disprezzo verso gli altri, verso chi ogni giorno viene solo per lavorare.
A volte quando passeggiamo per strada e vediamo una vetrina sparata non ci meravigliamo più di tanto, pensiamo e diciamo, come fosse la cosa più normale del mondo, ‘quello non avrà pagato il pizzo’; abbiamo perso la capacità di indignarci, ci hanno tolto la capacità di indignarci. Noi non ce la facciamo più ad assistere impassibili alle scene quotidiane che siamo costretti ad assistere, ad atteggiamenti che rasentano – o oltrepassano? – metodi che dovremo normalmente combattere. Noi non ce la facciamo più ad aspettare che avvenga qualcosa, tanto non avviene mai niente.
La cosa più brutta è fare finta di niente, fare finta di non vedere chi firma per altri, chi pensa di essere a casa sua e di poter fare i propri comodi, chi si veste e si sveste come fosse la cosa più normale del mondo, chi non dà conto a nessuno, chi si gestisce autonomamente la giornata, chi va chi viene, chi va sottobraccio con chi doveva cambiare e poi se ne è dimenticato, chi è connivente perché conviene, chi chiude gli occhi, chi è prepotente, chi “su quello non ci contare”, chi attacca i “malati”, chi non si sa com’è perché non lo fa sapere e nulla si fa per saperlo, chi si nasconde dietro gli altri, chi tenta di zittire il resto con un po’ di straordinario, chi non c’è mai e quando c’è meglio se non c’era. E gli altri, agli altri viene chiesto di tutto e principalmente viene chiesto di non parlare di non vedere di abbassare la testa.
Noi non vogliamo essere complici di questa situazione, alzeremo sempre la testa, vedremo sempre, parleremo sempre, sperando che la nottata passi presto. Se non ora quando? Il nostro tempo sta passando.

I COMPONENTI RSU

Giuseppe De Lucia

Francesco Notarstefano
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