Libia, al via i raid italiani. Berlusconi rassicura il Quirinale

di Redazione

 ROMA. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto nel pomeriggio di giovedì al Quirinale il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta.

Il premier, riferisce un comunicato del Quirinale, ha illustrato i motivi delle decisioni del governo sugli sviluppi della partecipazione italiana alle operazioni militari in Libia sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e del voto già espresso dal Parlamento italiano. Il presidente della Repubblica ne ha preso atto richiamandosi alle posizioni espresse nel suo intervento pubblico del 26 aprile, in “coerenza con gli indirizzi dell’ultima riunione del Consiglio supremo di Difesa”.

I SOTTOSEGRETARI.Sul fronte interno poi in un passaggio della nota del Quirinale diffusa dopo l’incontro tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi si legge che Il Presidente del Consiglio ha preannunciato la prossima nomina di Sottosegretari in sostituzione di quanti hanno lasciato la compagine governativa”.

ALLA CAMERA.Intanto il caso Libia approda ufficialmente alla Camera. E l’Aula sarà chiamata a esprimersi con un voto. Come chiede l’opposizione e come tutto sommato vuole anche la Lega Nord. Il presupposto sarà la mozione che è stata presentata oggi dal Pd, primo firmatario il capogruppo Dario Franceschini. Un documento che, al di là del contenuto, avrà l’effetto di costringere la maggioranza a contarsi. “Non so cosa farà la Lega che fa la voce grossa in Padania e cala le braghe a Roma – ha commentato Franceschini -. Sono più propenso a pensare che calerà le braghe, ma se ci fosse un voto differenziato sarebbe crisi nei fatti. Il voto, in ogni caso, farà chiarezza perchè non si può andare avanti con il doppio gioco e le ambiguità”. E’ una prospettiva, quella della conta, su cui lo stesso Silvio Berlusconi ha ostentato ottimismo (“Il voto non ci fa paura” ha detto nella notte replicando alla presa di posizione del Carroccio), ma che con la maggioranza che da tempo si regge ormai sui voti dei Responsabili qualche incognita la riserva.

IL MALUMORE DELLA LEGA.Tra l’altro, la notizia delle prime missioni dei Tornado italiani armati in Libia, hanno reso ancora più tesi i rapporti tra il presidente del Consiglio e il primo alleato . “Andiamo di male in peggio”, ha commentato il ministro leghista della Semplificazione, Roberto Calderoli. Mercoledì il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una comunicazione in Parlamento aveva annunciato che al termine del suo intervento otto dei dodici velivoli messi a disposizione dell’Alleanza Atlantica da parte italiana sarebbero stati pronti per compiere azioni di bombardamento sulla Libia.

L’APPELLO DEL PDL.

Nel frattempo Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl, ha fatto partire una nota ufficiale per rimarcare che “quanti oggi chiedono il voto del Parlamento, non solo dalle opposizioni, sono gli stessi che considerano da sempre il presidente Napolitano un arbitro imparziale e un riferimento istituzionale insostituibile. Il presidente Napolitano ha detto, anche sulla vicenda libica, parole di assoluta chiarezza: il Parlamento si è già pronunciato e non serve un nuovo voto”. Di rilievo quella sottolineatura “non solo dalle opposizioni” e di rilievo anche quanto segue nel comunicato: “L’imminenza del voto amministrativo sta facendo perdere il lume della ragione a più d’uno: pensare di spuntare un consigliere comunale in più costringendo il Parlamento a votare sulla Libia è l’aspetto più miserevole della politica. Confido che le opposizioni, e non solo loro (di nuovo un rimando alla Lega, che non viene citata esplicitamente ndr), rinsaviscano per il bene dell’Italia. Anche così potrebbero dar prova di saggezza e ricevere il premio degli elettori”. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto la butta invece sull’aspetto procedurale: “Non è proponibile una mozione che ritorni sul deliberato assunto dalla Camera lo scorso 24 marzo: in questo senso è esaustiva la dichiarazione resa dal presidente Napolitano”. “Per noi – ha detto ancora – non è proponibile una mozione che ritorni su un deliberato già assunto dal Parlamento il 24 marzo. È proponibile una mozione contro quel deliberato: se lo vogliono fare lo facciano; poi si vedrà cosa dice il regolamento della Camera”.

TENSIONI NELLA MAGGIORANZA.Un altro capitolo della tensione all’interno della maggioranza è quello che ruota attorno al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, come dimostrano anche le scaramucce verbali affidate alla Padania e al Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, che oggi ha dato esplicitamente la colpa al responsabile di via XX settembre dell’irrigidimento della Lega, ipotizzando che la vera questione non sia quella dell’immigrazione, bensì una ripicca per le vicende di Draghi alla Bce e dell’opa francese su Parmalat, avallate dal Cavaliere e sgradite al ministro dell’Economia. E una nuova tegola rischia di cadere con la sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha bocciato la normativa italiana che prevede la reclusione per i clandestini che non rimpatriano, uno dei temi che stanno particolarmente a cuore al Carroccio. La conferenza dei capigruppo ha deciso che il voto sarà il 3 maggio: non solo su quella del Pd ma anche su altri testi, quello già presentato dell’Idv e quello annunciato del Terzo Polo, tutti finalizzati a far chiarezza sulla questione e a verificare l’esistenza di una maggioranza. Il presidente Gianfranco Fini, a quanto si apprende, nel corso della capigruppo, ha sottolineato che valuterà in modo scrupoloso se il voto sulle mozioni non vada a confliggere con il voto già espresso sulla risoluzione dell’Onu.

PRIMAMISSIONE. E’stata effettuata la prima missione dei caccia Tornado italiani armati di missili sulla Libia. Lo confermano fonti dello stato maggiore della Difesa. Alla missione nella zona di Misurata ha partecipato una coppia di Tornado Ids decollati dalla base di Trapani Birgi (il cui ingresso da mercoledì sera è vietato a giornalisti e fotografi). I caccia sono dotati di armamento di precisione per colpire “bersagli selezionati”. “Di male in peggio”, ha commentato il ministro leghista della Semplificazione, Roberto Calderoli. Critiche all’esecutivo italiano sono arrivate dal vicario apostolico di Tripoli, Giovanni Innocenzo Martinelli. Il monsignore ha puntato il dito contro l'”incoerenza” del governo che dopo aver appoggiato per anni Gheddafi e il suo regime ha scelto in questi giorni di partecipare alle azioni di bombardamento aereo. “Se il governo ha fatto questa scelta – afferma Martinelli in un’intervista a AsiaNews – forse è meglio per tutti che rassegni le dimissioni”. Mercoledì il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una comunicazione in Parlamento aveva annunciato che al termine del suo intervento otto dei dodici velivoli messi a disposizione dell’Alleanza Atlantica da parte italiana sarebbero stati pronti per compiere azioni di bombardamento sulla Libia.

SITUAZIONE MILITARE.Violente esplosioni sono state udite a Tripoli nel primo pomeriggio dopo il sorvolo della capitale libica da parte di aerei Nato. Scontri tra le forze fedeli a Gheddafi e ribelli hanno interessato l’oasi di Cufra, nel sud-est della Libia, area rimasta finora ai margini della rivolta, riferisce Al Jazeera. Si continua a combattere inoltre a Misurata e Zintan. Circa 5 mila cittadini libici sono fuggiti in Tunisia negli ultimi due giorni. Violenti combattimenti sono avvenuti al confine tunisino, quando i ribelli hanno lasciato il controllo del posto di frontiera di Dehiba-Wazin di fronte all’offensiva dei lealisti. Una decina di colpi di mortaio sono caduti all’interno del territorio della Tunisia.

BOMBE AL CEMENTO.Lo stato maggiore francese ha dichiarato che i caccia di Parigi utilizzano bombe “non esplosive riempite di cemento per ridurre di molto se non del tutto i danni collaterali”. I primi ordigni di questo tipo sono stati impiegati martedì contro un blindato nella regione di Misurata. Le bombe riempite di cemento pesano 300 chilogrammi e colpiscono l’obiettivo alla velocità di 300 metri al secondo. “Distruggono il bersaglio limitando il rischio di danni collaterali”, ha spiegato il portavoce dello stato maggiore, colonnello Thierry Burkhard. “È una bomba molta precisa e non produce frammenti durante l’esplosione”.


AVARIA.Un caccia F-16 italiano ha avuto un’avaria in fase di decollo sulla pista di Trapani. Il pilota è riuscito a bloccare il velivolo alla fine della pista. Nella base è scattato lo stato di emergenza. La pista – in comune con l’aeroporto civile – è stata chiusa per un’ora e mezzo per procedere alla rimozione dell’aereo. La chiusura non avrebbe causato problemi al traffico civile, in quanto in quel lasso di tempo non erano previsti voli in arrivo e in partenza.

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