“Italia antidemocratica”, Pannella in sciopero della fame

di Redazione

Marco PannellaROMA.“Perché sono in sciopero della fame? Perché l’Italia torni – secondo gli standard internazionali – a potere in qualche misura essere considerata una democrazia. E non una democrazia reale nello stesso senso in cui la Russia era il paese del socialismo reale”.

Nel corso di un collegamento in diretta con Radio Radicale Marco Pannella si è soffermato a lungo sulle ragioni e le analisi che stanno alla base del suo sciopero della fame, iniziato martedì notte. Pannella si è rivolto più volte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Le elezioni sono una truffa profonda, illegale, elezioni – è l’accusa di Pannella – che hanno una parentela strettissima con quelle che praticano le dittature”. “L’Italia è una non democrazia, una antidemocrazia quotidiana. È una storia sessantennale – ha aggiunto – della partitocrazia dominante contro la legge e i diritti dei singoli cittadini. Noi abbiamo voluto, abbiamo votato questo Presidente, e continuiamo a considerarlo con grande rispetto. E mi si consenta, Presidente: nella storia radicale il rispetto non è quello prevalente nella storia antifascista e tuttora profondissimamente in Italia storia stalinista. Noi abbiamo rispetto per questo comunista che abbiamo eletto con convinzione, perché la democrazia è questo: scegliere il meno peggio nel momento stesso in cui si ribadisce la radicalità delle idee democratiche. Allora si può essere pieni di rispetto, di rispetto per la persona”.

“Il Presidente della Repubblica – ha proseguito Pannella – esige ogni giorno da sè una pena o una fatica quotidiana enorme, costringendosi ad essere attento. Ha compiuto una scelta, nella sua quotidianità, che comporta una fatica enorme, lo ripeto”.

“Il Presidente Napolitano conosce la storia radicale. Onore, gratitudine, per come occupa se stesso e il suo tempo in modo straordinario, civilmente. Ma aggiungo: Presidente, io non pongo un obiettivo alla mia iniziativa nonviolenta. La accompagno con una pubblica, ufficiale, espressione di auspicio, che le rivolgo. L’auspicio è che lei riesca a conoscere la lotta per la democrazia, per lo Stato, che ri-conosca coloro che sanno dargli corpo, di governo. Noi. Il Colle romano è un colle costituito dalle macerie della storia civile e democratica del nostro Paese. Io esprimo un auspicio (altri potrebbero dire la preghiera) che lei possa informarsi, e capire quello che noi cerchiamo di fornire a Lei e al Paese”, ha concluso il leader radicale.

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