Report, inchiesta sulle cave casertane

di Redazione

 CASERTA. Una cava, una volta sfruttata, se non viene ripristinato l’ambiente, diventa una discarica. Questo in barba a una legge nazionale che regola le attività estrattive già dal 1927.

Lo Stato poi, circa 40 anni fa, ha trasferito alle Regioni le competenze per meglio regolare il fenomeno. Ma ancora oggi c’è chi non ha realizzatoil piano per le estrazioni sul proprio territorio. Di questo si è occupata domenica3 aprile la trasmissione “Report” di Raitre, con un servizio a firma di Bernardo Iovene, in cui si èparlato anche della zona, altamente critica, di Caserta e Maddaloni,dovei Colli Tifatini sono stati interamente erosi e la magistratura è intervenuta sui mancati ripristini e i mancati controlli sulle escavazioni abusive.

In un’intervista, il pm della procura di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie,ha parlato di ben 400 cave abusive in provincia di Caserta e di “controllori al soldo dei controllati”. Mentre un gruppo di cittadini, con in testa la presidente del comitato anticave, Giovanna Maietta, ha accompagnato la troupe di Raitre dagli abitanti delle case situate a ridosso delle cave. Delle famiglie che hanno subito morti per cancro ai polmoni e che ogni giorno sono investiti da nubi di polvere di cemento che respirano e “imbiancano” le loro case.

Le cave, a breve, dovranno essere chiuse perché sta sorgendo in zona un Policlinico della Seconda Università degli Studi di Napoli. Ma la cava Cementir del gruppo di Caltagirone (suocero del presidente dell’Udc Pier Ferdinando Casini) resterà a Maddaloni, dove il sindaco Antonio Cerreto dice di avere le mani legate, mentre il presidente della provincia e deputato Domenico Zinzi, nonostante appartenga all’Udc, dice dinon conoscere Caltagirone e respinge qualsiasi illazione in merito.

Questo ed altro nella puntata che sarà disponibile entro lunedì sul sito www.report.rai.it

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