Petteruti: “L’Altra Caserta l’ho già fatta io”

di Redazione

Nicodemo PetterutiCASERTA. Un’altra Caserta. Finalmente (udite, udite) liberata da Bassolino! La buona novella di Pio del Gaudio raggiunge oggi la città. Dio la protegga!

Se l’altra Caserta è quella che Del Gaudio, con Falco e Marino, ha lasciato a me, Dio ci protegga! L’altra Caserta è toccato a me farla e l’ho fatta. Senza denari perché avevano lasciato solo debiti e non sperino di cavarsela perché ho risparmiato loro, troppa signorilità!, di sbattergli in faccia ogni giorno ciò che è stata la finanza di quella amministrazione. Ora ne sento parlare e ne riparleremo, presto. L’ho fatta un’altra Caserta, ridandole il volto di una città! Corso Trieste era un fosso ed è diventato, con la nuova piazza Dante, un’invidiata Ztl.

Via Roma, già strada di periferia degradata, è ora una dignitosa e ordinata arteria urbana. Davanti alla Reggia uno sconquasso, con la minaccia dell’odiato sottopasso programmato da Falco. Ora, via le auto, i giardini reali incorniciano di nuovo il Palazzo. L’area Sirtori e la Velivoli? Allora luoghi abbandonati e finanziamenti in procinto di essere revocati. Due anni di amministrazione Petteruti ed ecco la nuova scuola dell’Aeronautica e il magnifico parco Maria Carolina, con in più il dono della nuova sede della gloriosa Anafim. Caserta mi fu consegnata ebbra di immondizia.

Anni di intenso lavoro e via le montagne di rifiuti; ecco la città liberata dai Consorzi, pulita come non mai, invidiata da Napoli, lodata dalla corte dei Conti, con la differenziata a livelli insperati e le tariffe invariate dal 2005, almeno fino a ieri! Il monumento alla monnezza, “il Panettone”, eretto nel 2004 da Falco Del Gaudio e Marino, spazzato via dalle ruspe di Petteruti. Il Cimitero: già lugubre anticamera dell’Ade, assurto a nuova dignità dopo i lavori di restauro. Andate a visitarlo ora.

Caserta era sconciamente in balia delle Cooperative dei parcheggi, greppia malavitosa, con proventi nulli per il Comune e servizi inesistenti. E io le ho dato un sistema modernissimo ed efficiente, trasformando l’armata Brancaleone dei parcheggiatori in ordinato corpo di operatori, senza che un solo posto di lavoro fosse perduto e conquistando un aggio comunale pari al 25% degli incassi del gestore. Il mercato coperto era paralizzato (errori di progetto e di conduzione dei lavori, merito di Marino) e l’ho aperto. Via io, sta succedendo il finimondo! La nuova biblioteca era ferma al palo ed ora è pronta (ma chi penserà ad aprirla?). La Caserma Sacchi, il Sant’Agostino: fermi, ritardi, perizie, contenziosi, oggi superati. Mi fermo qui (per ora) ed è così che ho fatto la nuova Caserta. Ma non solo così. Ho cominciato dalla casa comunale, dove ho riportato il buon costume e la morigeratezza. Cinque anni senza ristoranti a decine di migliaia di euro, senza viaggi a carovana in America, Brasile, Sud Africa e così via, fatti a debito, perché io, successore, dovessi poi pagarli.

Cinque anni di trasferte, da sindaco, su una dignitosa ed austera auto usata. Cinque anni di rassegne stampa fatte in casa, gratis, senza pagare più 80.000 euro l’anno, in cambio di sondaggi taroccati. Cinque anni in cui si sono pagati i debiti lasciati dai predecessori e non si è fatta, (come Del Gaudio, Falco e Marino- delibera CC 53/2002), cassa contante, soldi liquidi da bruciare, con imbrogli contabili poi svelati dalla corte dei Conti. Cinque anni passati a vegliare, anche di notte, sulla crisi dei rifiuti, la stessa crisi che Falco e i suoi avevano affrontata con tale negligenza da essere condannati (2009) a risarcire al Comune oltre otto milioni euro. Cinque anni passati a centellinare le risorse umane e non ad imbarcare nuovi assunti (rilievo del MEF: 58 solo nel 2004), a scorrere l’elenco dei quali si riconoscono parenti, amici, comari e scherani vostri e, te ne ricordi Pio Del Gaudio?, con quell’ultima infornata in cui fu assunto anche tuo fratello. Ecco come davvero ho fatto una nuova Caserta, anima e corpo.

E se Pio Del Gaudio è punto da vaghezza di proseguire su questa strada, qualora il destino scelga lui tra i sindaci che può infliggere alla città, segua l’esempio che gli lascio. Per una volta avrà avuto buona scuola!

NICODEMO PETTERUTI

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