Marino: “No a vendita all’asta dei locali di S.Agostino”

di Redazione

Carlo MarinoCASERTA. “L’avviso di asta pubblica per la vendita di sei locali commerciali in via Mazzini rappresenta un ulteriore esempio di scelta inopportuna da parte della commissione straordinaria del Comune, che anche in piena campagna elettorale continua ad assumere decisioni di competenza di una gestione politica.

Sono costretto a rinnovare per la seconda volta in due giorni la richiesta al commissario straordinario di ritirare anche questo provvedimento, lasciando alla prossima maggioranza il compito di dare l’indirizzo politico sui provvedimenti strategici per la città”. Dopo il bando di gara per la concessione in gestione dello stadio Pinto, il candidato sindaco del centrosinistra, Carlo Marino, esprime riserve anche sulla nuova asta pubblica del Comune, che mette in vendita i locali commerciali dell’ex cenobio di Sant’Agostino. “Proprio lì – insiste Marino – nel nostro programma elettorale abbiamo individuato il polo della cultura, ma se ci fanno trovare tutto in vendita come possiamo realizzare le nostre idee? Quei locali non sono semplici immobili, ma fanno parte della storia della città. Perché alla politica deve essere tolta la possibilità di deciderne il futuro con una procedura adottata a meno di un mese dal voto per le comunali?”.

Marino considera sbagliata la scelta sia sotto il profilo storico-culturale sia dal punto di vista economico-finanziario: “Anche di fronte alle difficoltà delle casse comunali, non si svendono i gioielli di famiglia come lo è il complesso Sant’Agostino. Si tratta di siti che devono essere messi a reddito, ci sono ben altri immobili da cedere che non portano alcun vantaggio al Comune”. Il candidato sindaco ribadisce l’impegno del centrosinistra ad assumersi la responsabilità politica di gestire la dura situazione finanziaria senza dichiarare il dissesto, “ma chi ha un ruolo di gestione ordinaria – conclude Marino – non può farci trovare di fronte a provvedimenti come la vendita all’asta di importanti locali che comporteranno ulteriori difficoltà di manovra economica”.

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