Melania, tracce di sangue nell’auto del marito

di Redazione

Melania ReaNAPOLI. Potrebbe essere la svolta decisiva nel caso dell’omicidio di Carmela Rea, la 29enne di Somma Vesuviana (Napoli) scomparsa a Colle San Marco e trovata uccisa a coltellate nel bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, nel Teramano.

Gli investigatori hanno trovato tracce di sangue nell’auto del marito di “Melania”, Salvatore Parolisi, militare dell’Esercito.Icarabinieri del Ris di Roma le analizzeranno per accertare se appartengono alla vittima, ma occorreranno tra i cinque e i dieci giorni. Ad essere analizzati saranno anche i reperti trovati sul luogo del delitto: il cellulare della vittima, la siringa conficcata nel petto e il laccio emostatico, oltre ad alcuni campioni di saliva ritrovati sull’orecchino della donna e sui vestiti che il marito indossava il giorno della scomparsa. Ritrovate anchedue sim card, una sul corpo della donna e l’altra a casa sua, tra i vestiti e risultata sconosciuta al marito. Gli inquirenti esamineranno il tracciato telefonico della sim trovata vicina al cadavere per ripercorrere le ultime ore di vita della donna. Il cellulare della giovane, infatti, aveva la batteria scarica e da lì potrebbero arrivare poche informazioni.

I SOSPETTATI. Oltre al marito della vittima,ci sarebbero altri due sospettati:un suo amico agente di polizia penitenziaria che abita nella frazione di Colle, poco distante dal Pianoro di San Marco dove la donna scomparve nel pomeriggio del 18 aprile, e un vicino di casa della coppia, un operaio di Folignano che forse durante un festa in paese aveva fatto delle avances alla donna.

“OMICIDIO IN ALTRO LUOGO”. “Abbiamo il ragionevole sospetto che l’omicidio sia avvenuto altrove e non nel bosco di Ripe: e’ una possibilita’ che non possiamo escludere”. Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, colonnello Alessandro Patrizio, che ha ribadito che per l’omicidio non viè ancora nessun indagato. “Speriamo di avere altri riscontri dalle informazioni testimoniali – ha detto il colonnello Patrizio – Novità rilevanti potrebbero emergere dall’esame dei tabulati telefonici, anche se si tratta di fare un lavoro molto lungo”. Secondo il comandante, inoltre, non esiste alcune “buco” temporale tra la scomparsa della donna e la prima telefonata fatta dal marito alla moglie in quel tragico lunedì.

APPELLO AL “TELEFONISTA”. La procura di Ascoli Piceno e quella di Teramo nei giorni scorsi hanno lanciato un appello affinché la persona che mercoledì scorso ha telefonato al 113 per segnalare il corpo della vittima si faccia viva perché la sua testimonianza potrebbe essere determinante per l’inchiesta. Potrebbe trattarsi di un cercatore di funghi che si è imbattuto casualmente nel cadavere. Non ha chiamato immediatamente la polizia, forse perchè sprovvisto di un telefono cellulare, o perchè, sotto choc, ha cercato prima di calmarsi, ma dalla pineta è arrivato a Teramo, dando l’allarme con un certo ritardo. Un comportamento che gli inquirenti sembrano comprendere, dicendo all’uomo di non dover temere nulla. L’altro appello è rivolto a quanti sono passati per il bosco dalle 6.30 di lunedì 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania, fino al pomeriggio del 20, quando è stato trovato il cadavere che presentava 35 coltellate.

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