Melania, gli investigatori si appellano all’anonimo telefonista

di Redazione

Melania Rea NAPOLI. “Non deve avere paura, si faccia vivo”. Gli investigatori che indagano sull’omicidio di Melania Rea lanciano un appello al “telefonista”, ossia a colui che chiamò la polizia da una cabina per avvisare del ritrovamento del cadavere della 29enne di Somma Vesuviana (Napoli).

L’uomo, infatti, potrebbe fornire elementi molto utili alle indaginisul ritrovamento del corponel bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, nel Teramano. Dalla voce sembrava piuttosto anziano. Potrebbe trattarsi di un cercatore di funghi che si è imbattuto casualmente nel cadavere. Non ha chiamato immediatamente la polizia, forse perchè sprovvisto di un telefono cellulare, o perchè, sotto choc, ha cercato prima di calmarsi, ma dalla pineta è arrivato a Teramo, dando l’allarme con un certo ritardo. Un comportamento che gli inquirenti sembrano comprendere, dicendo all’uomo di non dover temere nulla. L’altro appello è rivolto a quanti sono passati per il bosco dalle 6.30 di lunedì 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania, fino al pomeriggio del 20, quando è stato trovato il cadavere che presentava 35 coltellate.

Intanto, i carabinieri del comando provinciale di Ascoli hanno ascoltando in caserma alcune persone che potrebbero essere collegate o avere informazioni utili per incastrare il killer.Si indaga anche nel contesto familiare e socialein cui viveva la donna, insieme al marito Salvatore Parolisi (caporal maggiore dell’Esercito) e alla piccola figlia di 18 mesi.

Il fratello di Melania ha aperto anche una pagina su Facebook per invitare “chi sa, chi ha visto qualcosa”,a scriverli e fornire qualsiasi notizia che possa aiutare gli investigatori.

Oltre ad un orecchino della donna, sarebbero state rinvenute tracce biologiche che comproverebbero una colluttazione fra la donna e il suo carnefice e che, dunque, la povera Melania sia stata assassinata proprio in quella pineta nel Teramano. Alcuni elementi confermerebbero anche l’uso sul posto di un’arma da taglio; si tratta di altre tracce di sangue, oltre quelle già rilevate al momento della scoperta del cadavere, che sono state fiutate dal cane della Guardia di finanza. Particolari che gli investigatori ritengono molto utili alle indagini.

Ritrovate anchedue sim card, una sul corpo della donna e l’altra a casa sua, tra i vestiti e risultata sconosciuta al marito. Gli inquirenti esamineranno il tracciato telefonico della sim trovata vicina al cadavere per ripercorrere le ultime ore di vita della donna. Il cellulare della giovane, infatti, aveva la batteria scarica e da lì potrebbero arrivare poche informazioni.

Le Procure di Ascoli e Teramo, nel frattempo,hanno negato il nulla osta per il funerale di Melania, la cui salma doveva essere trasferita lunedì mattina dall’obitorio dell’ospedale di Teramo a Somma Vesuviana dove per martedì mattina erano state fissate le esequie. Il provvedimento è conseguenza dei nuovi ritrovamenti avvenuti al bosco.

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