Latitante del clan Di Lauro catturato nel Basso Lazio

di Redazione

carabinieri NAPOLI. I carabinieri del Ros e del reparto operativo di Napoli hanno catturato il latitante Emolo Ferdinando, 31 anni, ritenuto un affiliato di spicco del clan ‘Di Lauro’, operante nella zona settentrionale del capoluogo campano.

L`uomo era alla macchia da gennaio, ricercato da tutte le forze dell`ordine italiane, dopo essere sfuggito da un ordine di carcerazione (deve scontare 7 anni e 7 mesi di reclusione e 3 anni di libertà vigilata per associazione per delinquere di stampo camorristico). I militari dell`Arma lo hanno individuato e catturato a Cisterna di Latina, in località Borgo Bainsizza, in un villino in compagnia di un uomo di 35 anni di Ardea, che è stato denunciato per favoreggiamento personale. Al momento dell`arresto non era armato, non ha opposto resistenza né tentato di fuggire, ma – si spiega in una nota – ha semplicemente esibito documenti contraffatti.

Intanto, nuove accuse arrivano anche per il capozona del clan Moccia catturato nella giornata di venerdì. Michele Puzio è accusato anche di intralcio alla giustizia, minaccia aggravata e associazione a delinquere di tipo mafioso. I carabinieri di Casoria e di Afragola gli hanno notificato oggi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli lo scorso 3 gennaio. Dalle indagini condotte su un sodalizio criminale messo in piedi da alcuni esponenti di spicco del clan Moccia, è emerso che Puzio, insieme ad altre tre persone arrestate lo scorso 12 gennaio (Domenico Cimmini e Flora e Giustino Ciotola), tra l’ottobre del 2008 e l’ottobre del 2009 aveva cercato di costringere il titolare della pizzeria “La Vecchia Napoli”, Salvatore Marchitielli, 36 anni, a fornire falsa testimonianza nell’ambito di un procedimento processuale che lo vedeva coinvolto in veste di vittima di numerose estorsioni. Puzio, inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità, sfuggi all’arresto lo scorso luglio nel corso di un’operazione di polizia giudiziaria in cui furono arrestati circa 60 esponenti del clan.

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