Estorsione: chiesto giudizio per Porfidia, che denuncia fuga di notizie

di Redazione

Americo PorfidiaCASERTA.La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di Americo Porfidia, deputato eletto con l’Italia dei valori ma poi transitato nel gruppo di Iniziativa responsabile, indagato con l’accusa di tentativo di estorsione aggravato dal favoreggiamento di un clan camorristico.

Porfidia, che è medico cardiologo ed è anche sindaco di Recale, un piccolo centro del casertano, avrebbe cercato, secondo l’accusa, attraverso esponenti del clan Belforte di Marcianise, di mantenere il controllo delle quote azionarie di “Villa del Sole”, una delle maggiori cliniche private convenzionate della provincia di Caserta.

Chiesto il giudizio anche per i boss Antimo Perreca, capozona di Recale, Gaetano Piccolo (entrambi già condannati all’ergastolo per altre vicende), Antonio Papa e Vincenzo Tardi, nonchè per Gaetano Tartaglione, consigliere comunale di Marcianise che avrebbe fatto da intermediario tra il parlamentare e i boss. In particolare, secondo le accuse dei pm Alessandro Cimmino e Catello Maresca, il direttore sanitario della clinica, Renato Esposito, legato alla cordata di maggioranza, avrebbe incontrato Porfidia e Tartaglione al cospetto di Piccolo e Perreca. L’incontro si sarebbe svolto a Recale ed Esposito sarebbe stato minacciato.

IL COMMENTO DI PORFIDIA. “Sono amareggiato poiché, solo dopo aver scelto questo nuovo percorso politico ed inconcomitanza di queste importanti elezioni elettorali, è stata avanzata dall’Ufficio di Procura di Napoli, nei miei confronti, una richiesta di rinvio a giudizio, nonostante sia trascorso più di un anno e mezzo dalla chiusura delle indagini preliminari. La notizia relativa a tale avvenimento, che finora neanche io conoscevo e che dovrebbe essere coperta da segreto istruttorio, è stata divulgata dai mass-media. L’episodio contestato, oggetto del suddetto provvedimento, è bene evidenziarlo, riguarda ipotetiche vicende di natura prettamente privataaccadute nel lontano anno 2004, e rispolverate solo negli ultimi periodi. Questa richiesta di rinvio a giudizio mi sorprende, atteso che, qualche anno fa, venuto a conoscenza attraverso i mass-mediadei fatti in cui mi trovava coinvolto, mi recavo immediatamente presso gli Uffici della Procura di Napoli, dove presentavodelle memorie, suffragate da numerosi documenti,che ribaltavano l’ipotesi accusatoria eche erano e sono chiarificatori di ognidubbio. Tra l’altro mi ha meravigliato la scelta operata dai pm procedenti di riascoltare, ai fini investigativi, solo una parte delle persone interessate e non altre che avrebbero potuto apportare un valido contributo alle indagini. Tuttavia, sono certo che chi mi conosce, sia come uomo che come politico, saprà trarre le evidenti considerazioni. In attesa di verificare quale sia il metodo per portare a conoscenza di tuttii cittadini gli atti del caso che mi riguarda, ripongoampia e piena fiducia nell’operato dei Giudici che ritengo siano un baluardo della nostra Democrazia”.

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