Crac Alvi, nuove ordinanze per i fratelli Villani

di Redazione

Angelo VillaniSALERNO. Ancora guai per l’ex presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, raggiunto venerdì mattina, assieme ai suoi cinque fratelli, a due cognati ead altre quattro persone, da una nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il crac dei supermercati Alvi.

Secondo l’accusa i destinatari dei provvedimenti cautelari avrebbero commesso nell’amministrazione della capogruppo ‘Alvi Spa’ e nella gestione delle altre società a questa direttamente riconducibili, più fatti di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entità del danno patrimoniale.

Angelo Villani, per gli inquirenti, sarebbe anche responsabile del reato di peculato per aver fatto uso dell’auto di servizio, quando era presidente della Provincia di Salerno, per raggiungere la sede dell’Alvi di Fisciano e svolgere il ruolo di “amministratore di fatto” della società.

Indagato anche l’ex presidente del consiglio di amministrazione della Cavamarket Spa, che avrebbe dato un contributo importante alla realizzazione del piano criminoso, ovvero assumendo un ruolo decisivo nel passaggio alla Al.Pa. Srl della totalità dei punti vendita (64 supermercati dislocati nell’Italia centro-meridionale dal Lazio alla Calabria) gestiti fino ai mesi di ottobre-novembre 2009 dalle società appartenenti al Gruppo Alvi. La bancarotta fraudolenta si sarebbe concretizzata con la dissimulazione dei beni sociali, mediante una formale alterazione degli assetti aziendali, attuata con operazioni di cessione e locazione, a condizioni antieconomiche, a favore di un soggetto giuridico, la Al.Pa. Srl, dei 64 punti vendita riconducibili direttamente ed indirettamente alla società fallita.

Inoltre, sarebbero stati dissipati oltre 100 milioni di euro sotto forma di concessione di crediti senza alcuna forma di garanzia a favore delle collegate società collegate, di vendita di merci sottocosto, di pagamenti senza una plausibile giustificazione economica riconosciuti a favore di Angelo Villani e di altri soggetti privi di incarichi formali nella società, di sottoscrizione di prodotti finanziari connotati da elevato rischio, materiali, attrezzature ed impianti, e la distrazione dell’intero magazzino esistente presso le piattaforme logistiche di Fisciano e Ferrandina, nonchèla distrazione delle somme derivanti dagli incassi realizzati per contanti, nel periodo immediatamente precedente la declaratoria di fallimento, per un importo complessivo di circa 3 milioni di euro. Ed infine nell’effettuazione di pagamenti preferenziali.

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