Casalesi, arresti contro clan Iovine. In manette anche ex sindaco

di Redazione

Antonio IovineCASERTA.I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a 5 decreti di fermo, emessi dalla Dda di Napoli, nei confronti di affiliati e fiancheggiatori al clan dei casalesi, …

… ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione ed usura aggravati dalla finalità di agevolare le attività del sodalizio criminale di appartenenza. Il provvedimento restrittivo si inserisce nell’ambito dell’indagine condotta sul gruppo di Antonio Iovine, alias “’O Ninno”, latitante per 15 anni e arrestato nel novembre 2010, attraverso cui è stato possibile acquisire anche gravi e concordanti elementi di colpevolezza a carico degli indagati in relazione a reiterate condotte vessatorie poste in essere dal capoclan e dai suoi sodali nei confronti di un odontotecnico,vittima di usura.

Tra gli arrestati Vincenzo Corvino, 57 anni, dentista ed ex sindaco di Casal di Principe, per un breve periodo dal 1995 al 1996, quando il Comune fu sciolto per infiltrazioni camorristiche; ed un odontotecnico, Antonio De Fatico, nativo di San Marcellino, 45 anni, che lavorava con lui. Gli altri sono Antonio Cioffo, 46 anni, di Casale, Biagio Diana, 46, di San Cipriano, cognato di Marco Borrata (arrestato il 17 novembre scorso nella casa in cui era rifugiato il boss Iovine)e Camillo Diana, 37, di Casale. Corvino, dopo la breve esperienza di primo cittadino, si era ricandidato nel 2003 alle comunali nella lista di Forza Italia, in appoggio alla coalizione Goglia, risultando primo dei non eletti ma entrando comunque in Consiglio dopo la nomina ad assessori di consiglieri eletti. E’ anche dirigente Asl nel distretto sanitario di San Cipriano.

Secondo l’accusa, Corvino avrebbe prestato 30mila euro a un suo odontotecnico chiedendo un tasso di usura di circa l’84% annuo. La vittima dell’usura era stata costretta a cedere al dentista fino a 70mila euro e a subire il tentativo di estorsione di un terreno, oltre a consegnare la propria carta d’identità che avrebbe dovuto essere utilizzata dal bossIovine per eludere eventuali controlli. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 2002 e il 2005; i pm hanno calcolato che il tasso di interesse imposto all’odontotecnico fu dell’84% annuo, almeno quattro volte superiore a qualsiasi tasso di riferimento delle tabelle ministeriali del tempo. Ma Corvino avrebbe avuto un ruolo, in concorso con Antonio Iovine e altri due indagati, anche in un altro episodio di usura ed estorsione; in questo caso il prestito venne fatto da Antonio De Fatico, altro odontotecnico e collaboratore dell’ex sindaco.I quattro avrebbero tentato di togliere alla vittima un terreno a Frignano (Caserta) dal valore di un milione di euro e lo avrebbero costretto a pagare prima 80.000, poi 150.000 euro, facendogli inoltre sottoscrivere 50 cambiali in bianco.

Disperato per le continue somme di denaro che Corvino e De Fatico gli chiedevano in cambio dei prestiti che gli avevano concesso, l’odontotecnico inviò un biglietto al boss Antonio Iovine, all’epoca latitante e ricercatissimo dalle forze di polizia. La vittima, che lo aveva conosciuto anni prima quando aveva realizzato per lui alcune protesi dentarie, gli chiedeva aiuto; ma Iovine, che lo fece prelevare più volte per incontrarlo in una villa, per estinguere il debito da lui contratto con Corvino e De Fatico, gli chiese all’inizio 100.000 euro; l’odontotecnico ne racimolò 80.000, ma il boss latitante li giudicò insufficienti: ”Mi disse che per saldare il debito complessivo nei confronti di Corvino e De Fatico non erano sufficienti gli 80.000 euro e che anzi era necessario che io ne pagassi altri 150.000, che potevo rateizzare in tre – quattro anni. Dissi che non ero in condizione di pagare quella cifra ma egli insistette e non mi lasciò scelta, concedendomi solo di firmare delle cambiali, che avrei dovuto acquistare (e così feci). Durante l’incontro, Iovine si mostrò a conoscenza del fatto che mio padre aveva in vendita un appezzamento di terreno e che lui era interessato a fare una certa operazione con alcuni suoi amici imprenditori. A sua richiesta gli risposi che mio padre stava trattando la vendita del terreno per la somma di un milione di euro e Iovine mi replicò dicendo che se la trattativa fosse stata conclusa con lui poteva pagarlo al massimo 600 – 700 mila euro oppure permutarlo con beni da stabilire. Segnalai che il terreno si trovava in zona agricola o comunque sottoposta a vincolo comunale e non era possibile costruire, ma lo Iovine mi disse che avrebbe potuto lui facilmente provvedere a fare cambiare quella destinazione d’uso e rendere il terreno edificabile”. Tramite alcune persone a lui vicine, inoltre, il boss dei Casalesi impose all’odontotecnico di consegnargli la carta d’identità, della quale aveva intenzione di servirsi per mostrare un documento falso in caso di controlli.

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