No al Nucleare, il comitato aversano in piazza

di Raffaele De Biase

 AVERSA. Ottimo riscontro per la prima uscita ufficiale del comitato “Aversa vota Sì per fermare il nucleare”.

Il gazebo, allestito domenica in via Roma per offrire informazioni circa il quesito referendario del 12 e 13 giugno ha riscosso, infatti, l’interesse di molti passanti. E’ evidente che all’indomani del disastro di Fukushima in Giappone la questione venga avvertita con una certa preoccupazione, per quanto sono gli stessi esponenti del comitato, che riunisce varie associazioni dell’Agro e singoli cittadini, a mettere in guardia contro un atteggiamento meramente emergenziale e ad illustrare, invece, il perché la questione energetica vada affrontata, in Italia come altrove, in maniera diversa. Ricordiamo che, votando sì, si richiede l’abolizione di alcune norme del decreto legge n.112 del 25 Giugno 2008, poi convertito in legge,nonché altre norme della legge del 23 luglio 2009, n. 99 che prevedono nel Bel Paese la costruzione di nuove centrali per la produzione di energia nucleare.

“La questione energetica deve essere affrontata in maniera completa e senza infingimenti. – dichiara Titti Lucariello dell’associazione Camurrà di Gricignano aderente al comitato – (ndr. aderiscono al Comitato anche Cgil Aversa – Ecodem Aversa – Fabbrica di Nichi Aversa – Fare Democratico Aversa – Idf Aversa – Legambiente Aversa – Meduc Caserta – Portus informazione potteriana – Wwf Aversa) Vanno considerate attentamente le altre opportunità che il progresso e la ricerca ci offrono come le fonti rinnovabili: l’ eolico, il fotovoltaico, la geotermia, ambiti che hanno già prodotto risultati e che potrebbero essere incentivati se ad essi venissero rivolti la ricerca e i finanziamenti necessari, cosa che non avverrebbe se ci incamminassimo sulla strada del nucleare che ha dimostrato più volte di non essere sicuro e, soprattutto, di produrre degli effetti devastanti a fronte di eventi non prevedibili quali i terremoti”. Seguire la strada del nucleare, dunque, secondo Titti  Lucariello e gli altri componenti del comitato, sarebbe sbagliato non solo per i limiti che questo tipo di fonte energetica ha palesato ma anche perché toglierebbe tempo e risorse ad altre fonti energetiche sicuramente meno rischiose. “Inoltre -prosegue – volgendo uno sguardo alla nostra regione, la Campania, considerando il livello di sismicità di parte di essa e le ferite che sul piano ambientale e della salute pubblica ha già subito, pensiamo alla problematica dei rifiuti, ipotizzare anche la realizzazione di centrali nucleari è veramente inaccettabile. Ma il discorso non cambia se prendiamo in considerazione altre zone d’Italia”.

A sgomberare il campo dall’equivoco circa la presunta economicità del nucleare interviene, poi, Luigi Grassia, ingegnere con competenze specifiche, tra i promotori del comitato: “La costruzione di una centrale nucleare richiede circa venti anni – precisa – tempi certamente non brevi ed inoltre l’Italia che ha solo tre esigui giacimenti di uranio dovrebbe acquistare l’elemento radioattivo da altri Stati con un dispendio economico non indifferente. Va valutato, ancora,il problema scorie, soprattutto quelle altamente radioattive, i cui depositi oltre a dover avere determinate caratteristiche dovrebbero essere sottoposti a rigorosi controlli periodici, il tutto senza essere comunque messi al sicuro da una potenziale pericolosità, se si pensa che alcuni elementi radioattivi per vedere sostanzialmente abbassato il loro grado di radioattività richiedono migliaia di anni”.

 E a chi solleva il problema del fabbisogno energetico nazionale Grassia risponde: “Bisogna misurarsi con la problematica attraverso l’utilizzo sinergico delle altre fonti energetiche, anche gli stessi combustibili fossili, il cui impiego, però, verrebbe ad essere temperato dall’avanzamento delle fonti rinnovabili. Anche altri Stati hanno capito che bisogna intraprendere strade diverse dal nucleare ed hanno incentivato lo studio e l’impiego delle fonti alternative”. Insomma, “questo nucleare non s’ha da fare”.

Intanto, il comitato “Aversa vota Sì per fermare il nucleare” sta alacremente lavorando per la promozione di altre giornate informative, sollecitando la costituzione di altri comitati nei vari paesi dell’Agro, per quanto allo stesso comitato aversano hanno già aderito persone provenienti da tutta la provincia a dimostrazione di quanto il tema sia sentito.

Per informazioni http://aversavotasiperfermareilnucleare.blogspot.com

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