Omicidi Salvelli e Merola: arrestati gli autori

di Redazione

 SAN NICOLA LA STRADA. I carabinieri della compagnia di Caserta, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare per gli omicidi Salvelli e Merola.

Si tratta di Antonio Bruno, 54 anni, di San Nicola, considerato referente del clan camorristico dei Belforte; di Clemente Daniele Rivetti, 38 anni, di Caserta, all’epoca dei fatti ritenuto referente, per il Comune di Caserta, dei Belforte; e di Franco Cortese, 24 anni, di San Nicola, nipote di Antonio Bruno. Bruno e Rivetti sono ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio di Raffaele Salvelli, avvenuto a Caserta nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2006; mentre lo stesso Bruno e Cortese dell’omicidio di Angelo Merola, avvenuto il 15 luglio 2007, alle spalle del cimitero di San Nicola. Omicidi, entrambi, aggravati dal fatto di aver agevolato il clan dei Belforte (alias “Mazzacane”). I tre erano già detenuti per altri episodi legati al clan Belforte; di questi, Bruno, dopo tre anni e mezzo di reclusione, era stato di recente scarcerato e assegnato ad una casa lavoro di Sulmona, in Abruzzo, perché considerato socialmente pericoloso.

L’OMICIDIO SALVELLI. Per quanto riguarda l’omicidio Salvelli, questa la ricostruzione operata dai carabinieri. Nella serata del 20 novembre 2006, Bruno e Rivelli, incaricati dai vertici del clan della gestione delle piazze di spaccio della zona tra San Nicola, Caserta e frazioni, prelevavano Raffaele Salvelli, detto “Fellone”, da un bar in cui si trovava e, facendolo salire a bordo di un’auto, una Peugeot 307, lo conducevano in una zona periferica di Caserta (via Sauda, nella frazione San Clemente), con la scusa di parlargli. Mentre Bruno rimaneva in auto con la vittima, Rivetti scendeva dall’abitacolo e con una pistola faceva fuoco contro Salvelli, colpendolo in varie parti del corpo. Salvelli, ferito, cercava di allontanarsi a piedi, ma, raggiunto dai suoi aguzzini, veniva finito da Bruno, che lo colpiva alla testa con un pezzo di Siporex trovato sul posto. Secondo quanto emerso dall’indagine, Salvelli pagava con la vita lo “sgarro” di aver acquistato droga da canali diversi da quelli del clan Belforte e di averla spacciata sul territorio di San Nicola, in cui Bruno e Rivetti avevano la completa gestione degli affari illeciti del clan “Mazzacane”.

L’OMICIDIO MEROLA. Altra ricostruzione quella dell’omicidio Merola, che coinvolge Bruno e il nipote Franco Cortese. Quest’ultimo, il 24 aprile 2009 restava vittima di un tentato omicidio ad opera di due individui che, armati di pistola, lo ferivano gravemente all’interno di un negozio di cui era titolare, in via XX Settembre, a San Nicola. Bruno decise la morte di Merola, anch’egli piccolo spacciatore, perché questi aveva consumato la droga detenuta per conto del clan e destinata allo spaccio. Così, Bruno, quel 15 luglio 2007, incaricava Cortese di accompagnare Merola in una zona isolata di San Nicola, una stradina di campagna denominata “Via Grotta”, che costeggia il cimitero, con l’apparente motivazione di cercare insieme della droga che lì aveva nascosto. Non appena Cortese e Merola giunsero sul luogo stabilito, Bruno, che li attendeva nascosto tra l’erba ed armato di fucile calibro 12, uscì ed esplose un colpo alle spalle di Merola, ad una distanza di circa 2 metri, ferendolo a morte.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico