“Silvio Forever” arriva al cinema

di Redazione

 ROMA. L’appuntamento nelle sale cinematografiche dovrebbe essere per il 25 marzo, ma usare il condizionale è d’obbligo in questa circostanza perchè tutto ciò che porta il nome di Silvio Berlusconi è reduce di polemiche, così come quelle relative alla sua video-biografia non autorizzata.

Il titolo del film è “Silvio Forever” con sottotitolo: “Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi”, per la regia di Roberto Faenza e Filippo Macelloni e scritto dagli autori de “La Casta” Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Gli autori sono stati ampiamente attaccati da diversi media e affrontato difficoltà per la messain onda del trailer del film, eliminato dal palinsesto Rai, nonostante la decisione di mandarlo in circolo, anche in televisione, a partire dal 6 marzo. La motivazione: “Lo spot della Lucky Red sul film ‘Silvio Forever’ – si legge in una nota di viale Mazzini – è stato giudicato ‘inopportuno’ dalle strutture Rai preposte, nella parte in cui riproduce una dichiarazione di una persona scomparsa, piegandone immagini e parole a fini satirici”. Tuttavia, il trailer è poi stato trasmesso in versione più “light”. In Mediaset, invece, nemmeno a dirlo nessuno ha pensato di far circolare il trailer del film.

Il problema riguardava soprattutto la signora Rosa, la mamma di Silvio Berlusconi scomparsa nel 2008: nello spot si vedono le immagini che la ritraggono (4 secondi in tutto) mentre pronuncia queste parole: “Non si vedrà mai una foto di Silvio che è in giro con le donne o altro”. Alla polemica uno degli autori del film ha così risposto dalle pagine de “L’Espresso”: “I servi sciocchi non sono una novità…la censura è demenziale. Quella su mamma Rosa, poi, parossistica”.

L’intervista che è stata rilasciata dalla madre del premier non è autorizzata per una questione di copyright.Rosanna Marani, la giornalista autrice dell’intervista a Rosa Bossi, ha diffidato la Lucky Red dalla promulgazione del film, dando mandato al suo avvocato Ivano Fazio di intraprendere un’azione legale. Secondo Fazio la sua cliente sarebbe ancora in possesso dei diritti del filmato, trasmesso nel 2001 da Tv7 su RaiUno, perché la Rai aveva solo diritti temporanei per due passaggi televisivi. Da qui la diffida.

La Lucky Red fa sapere, dal canto suo, che ha affidato mandato ai propri legali per tutelare i suoi diritti e distribuire regolarmente il film nelle sale. In un comunicato la società e gli autori giudicano, inoltre, singolari le modalità e la tempistica dell’azione di Rosanna Marani, che giunge proprio nel giorno precedente l’uscita sul mercato della pellicola. Una polemica che sembra essere priva di fondamento tanto che la Rai poi decide di mandare in onda il trailer leggermente modificato rispetto alla sua forma iniziale: nella nuova pubblicità non si vedono le immagini e nell’audio è scomparsa la voce di mamma Rosa. Un documentario biografia che non riporta nulla di inventato se non le parole dello stesso Silvio Berlusconi, pronunciate da egli stesso o riportate dai media, e che a sentire gli autori non si presenta come un film come tutti gli altri: “Non sarà uguale a nessun altro film sul tema” dice Faenza al settimanale Espresso, con molto orgoglio, per un lavoro che è durato circa 3 anni.

Interessante è l’intervista in cui i registi hanno spiegato le loro motivazioni e le loro impressioni nonché le ragioni che hanno permesso la stesura della sceneggiatura nonché la realizzazione del film. I registi hanno infatti parlato, dalle pagine della rivista “Max”, che “non siamo nemici aprioristici di Berlusconi, il film non gli è ostile perché non articolato come un satirico cine Blob, ma fatto di parole da lui pronunciate e riportate dai media (lo ‘doppia’ più che lo imita Neri Marcorè con voce fuori campo a parlare di sua infanzia, scuola e primi successi cantando e flirtando a bordo di navi da crociera) e soprattutto da immagini ed episodi già noti. Tutto a prova di querela”.

Le polemiche non sono piaciute ai registi tanto che le hanno così commentate: “Certo, sono cose che parlano da sole e c’è ironia nel legarle col montaggio, che però per noi è ‘aderente’ all’uomo e al suo superego più volte messo in piazza e capace di ammaliare e trascinare. Il premier rappresenta parte del paese e per questo va rispettato umanamente. Da 17 anni il dibattito ruota intorno a S.B. personaggio strepitoso, baricentro dell’Italia alla cui pancia sa parlare come nessun altro. Sì, con linguaggio semplice e diverso da ogni altro Potere italiano, 100, 150 vocaboli in tutto, ma gli bastano per sedurre”.

Quanto alla tempistica che coincide con il momento topico della carriera del premier che si trova coinvolto in scandali giudiziari, i registi così commentano: “E se esce ora è davvero per caso che arrivi al pubblico in un momento topico in cui il Paese si è troppo incartato nello scontro fra chi è con lui e chi ‘comunista’ contro di lui. Dibattito settario impostato da questo grande mago comunicatore. Silvio forever è autoprodotto con 700.000€ ed è distribuito dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, già coinvolta nei controversi Viva Zapatero! e Il Divo”. “A esaminare gli spezzoni del film – spiega Faenza – viene fuori un saggio sul linguaggio del potere: il suo non è il linguaggio dei politici, lui parla di pancia, di ventre. Come quando aspettando lo scatto per la foto, in mezzo a un gruppo di ragazze, balza su dicendo: “Chi mi ha toccato il culo? Ma quale statista lo farebbe? Berlusconi non usa più di cento vocaboli, come i bambini di quarta o quinta elementare, ma si fa capire da tutti”.

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