Cooperative, Libera Gricignano: “Quella delibera è decaduta”

di Redazione

Libera GricignanoGRICIGNANO. Il circolo politico “Libera Gricignano” interviene sulla questione della cessione della piena proprietà dei terreni comunali nell’area Peep, adiacenti alla cittadella Us Navy, su cui insistono 156 unità abitative realizzate in diritto di superficie.

Proprietà che serve alla società “Gricignano 7” per la vendita complessiva delle abitazioni al Comune di Napoli, con cui ha stipulato una convenzione di edilizia popolare. “La delibera di Consiglio comunale con la quale il Comune proponeva di trasformare in piena proprietà le aree Peep già concesse in diritto di superficie (a fronte di un presunto pericolo di ‘dissesto finanziario’ dell’Ente) è da considerarsi completamente decaduta, totalmente priva di validità”, affermano dall’associazione, continuando: “Infatti, dagli atti ufficiali in possesso dell’ex consigliere comunale di opposizione, Antimo Verde, emerge che nello schema di regolamento approvato dal Consiglio per disciplinare la cessione in proprietà delle aree Peep, all’ultimo capoverso del punto 3 (modalità di formulazione e di accettazione della proposta di trasformazione) si legge: ‘L’interessato deve comunicare le proprie determinazioni entro e non oltre il termine di 30 giorni dal ricevimento della proposta dell’amministrazione, pena la decadenza della proposta medesima’’”.

Ora, secondo Libera, “non si può che ritenere decaduto quel deliberato se si considera che lo stesso risale ad oltre due anni fa (4 novembre 2008) e che la società oggi rivoltasi al commissario straordinario, invocandone l’applicazione, con nota del 6 marzo 2009 non aveva ritenuto di aderire alla proposta, utilizzandola comunque per partecipare alla gara di Napoli”. Tanto meno, per l’associazione, può essere determinante il fatto di aver inserito le somme che dovevano derivare da quella cessione nel bilancio triennale di previsione. “Tale circostanza, infatti, – sottolineano da Libera – non potrebbe in alcun modo vincolare l’amministrazione a porre in essere la vendita ma semmai ad apportare le necessarie rettifiche a quelle previsioni ab origine prive di fondamento”.

Libera, inoltre, si chiede se l’ex amministrazione comunale, sciolta per infiltrazioni camorristiche, nel manifestare la “volontà politica” di cedere la proprietà dei terreni, si è posta all’epoca i problemi di impatto sociale che l’operazione avrebbe comportato. L’associazione prende come esempio le scuole: “Visto che, allo stato attuale, i nostri istituti, sia il Comprensivo che la Direzione Didattica, sono già al collasso per carenza di aule, l’ex amministrazione come pensava di ricevere ulteriori centinaia di studenti? Parliamo, non a caso, di 156 famiglie”. Questa decisione, dunque, per Libera non può essere ridotta ad un semplice calcolo economico essendo in gioco le sorti dell’intera comunità. Altre perplessità vengono sollevate in merito alla determinazione del prezzo, 44 euro al metro quadro (ovvero il 60 per cento di 70 euro scaturiti dalla valutazione dell’Ufficio tecnico erariale). “Innanzitutto – dicono da Libera – bisognava effettuare una più chiara e corretta determinazione del prezzo di cessione facendo riferimento al valore corrente delle aree. Pertanto, sarebbe stato opportuno che l’ufficio tecnico comunale avesse preso come riferimento non le stime del Catasto ma quelle dell’Agenzia delle Entrate. Solo queste ultime, infatti, possono garantire l’individuazione di un prezzo effettivamente vicino a quello di mercato”.

Infine, Libera solleva un altro importante interrogativo: chi avrebbe acquistato la proprietà delle aree già concesse in superficie? I singoli assegnatari degli alloggi o le società consorziate? “Una risposta chiara – sottolinea l’associazione – viene fornita nel parere legale richiesto a suo tempo dall’ex amministrazione in merito alla cessione. Nel parere, compreso negli atti in possesso dell’ex consigliere Verde, si precisa che ‘la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà può conseguire a seguito di proposta da parte del Comune e di accettazione da parte dei singoli proprietari degli alloggi e loro pertinenze per la quota millesimale corrispondente, dietro pagamento di un corrispettivo determinato ai sensi della normativa vigente’. Dunque, – continua Libera – secondo tale parere la disciplina che regola la trasformazione del diritto di superficie in diritto di piena proprietà è evidentemente diretta a tutelare i singoli cittadini assegnatari degli alloggi, non potendosi prescindere dai requisiti soggettivi dei compratori”. E qui la domanda: “Ma l’ex amministrazione si è attenuta al parere che aveva richiesto? Riteniamo di no. Infatti, sia nella convenzione che nello schema di regolamento la cerchia dei soggetti che possono acquistare le aree vanno ben al di là dei singoli assegnatari degli alloggi”.

Tuttavia, al di là di queste considerazioni di carattere tecnico-giuridico, scaturite dalla semplice lettura degli atti ufficiali, per Libera, prima di esprimere valutazioni politiche sulla vicenda, è necessario “che le parti in causa (ex amministrazione, ex assessore alle finanze, consiglieri che sono entrati e altri che sono usciti dall’ex maggioranza, e che comunque hanno votato tutti a favore dell’operazione) diano chiarimenti, spiegando la posizione assunta all’epoca e quella attuale, se eventualmente cambiata, e, soprattutto, perché in oltre due anni non si è mai provveduto a revocare quella delibera, palesemente ‘scaduta’”.

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