Omicidio Orsi, cinque ergastoli per Setola e soci

di Redazione

Giuseppe SetolaCASALE.Per l’omicidio dell’imprenditore Michele Orsi, compiuto il primo giugno 2008 a Casal di Principe, la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, ha inflitto cinque ergastoli al boss Giuseppe Setola e ad Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia, Massimo Alfiero e Mario Di Puorto.

I giudici sammaritani hanno accolto le richieste dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli: Antonello Ardituro, Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio, Raffaello Falcone, Alessandro Milita, Cesare Sirignano, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho. Altri 23 anni di carcere per Domenico Luongo, e due anni, con pena sospesa, per favoreggiamento a Gaetano Simeone. I figli della vittima erano costituiti parte civile.

Michele Orsi, con il fratello Sergio, era titolare della società Eco4, braccio operativo del consorzio Ce4 per la raccolta e smaltimento rifiuti nella zona domizia. Aveva da poco iniziato a rendere dichiarazioni ai magistrati che indagavano sugli intrecci tra politica e camorra nella gestione dei rifiuti in Campania. Fu ucciso a colpi d’arma da fuoco all’esterno di un bar poco distante dalla sua abitazione. A guidare il commando, come conferma la sentenza, fu Giuseppe Setola, leader dell’ala stragista del clan dei Casalesi (gruppo derivante dalla fazione Bidognetti), arrestato nel gennaio 2009 a Mignano Montelungo,pochi giorni dopo una rocambolesca fuga per le fogne dal covo di Trentola Ducenta.

Si tratta del primo verdetto che attribuisce al gruppo Setola di uno dei tanti delitti consumati nella seconda metà del 2008 nell’agro aversano. Un’altra condanna all’ergastolo,la cui sentenza è attesa per fine maggio,è stata chiesta giovedì scorso nell’ambito del processo sulla strage di Castel Volturno che il 18 settembre 2008 vide assassinati sei immigrati africani in località Baia Verde.

Tra gli altri delitti contestati al gruppo, quelli del 69enne Umberto Bidognetti, padre del pentito Domenico Bidognetti (alias “Bruttaccione”, cugino del boss Francesco Bidognetti detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”),dell’imprenditore DomenicoNoviello a Castel Volturno, che aveva denunciato i propri estorsori, degli autotrasportatori di San Marcellino Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi, dell’impiegato di una ditta di onoranze funebri di Giugliano, Lorenzo Riccio, dello zio di due pentiti Stanislao Cantelli, oltreall’agguato teso a Villaricca (Napoli)a Francesca Carrino, nipote di Anna Carrino, collaboratrice di giustizia ed exmoglie del boss Francesco Bidognetti, sopravvissuta per miracolo.

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