Fli: “Portare il caso Di Santo in Consiglio Comunale”

di Redazione

Rosario CapassoAVERSA. “La querelle tra Di Santo e il Pdl effettivamente ha superato ogni limite”. Lo afferma il capogruppo consiliare del Pdl Rosario Capasso.

“Non penso che quanto è accaduto rientri esclusivamente nell’attività gestionale del dirigente Di Santo. Non ho nessuna intenzione di stabilire dove è iniziato il fatto e dove si è fermata la ragione. Ma, alcuni punti fermi vanno analizzati. Di Santo elenca analiticamente alcuni passaggi: una richiesta a firma dell’architetto Golia, che chiedeva un’autorizzazione, avente data di protocollo giorno 18 marzo. Una visita di sei consiglieri comunali unitamente al coordinatore del Pdl locale, il quale avrebbe ordinato l’esibizione di tutte le pratiche dell’ufficio. Dati oggettivi esposti a semplice verificabilità. Dall’altra parte, la nota del Pdl, che esula dalla confutazione dei dati e traccia un proprio modo di vedere la questione. Preferisce valutare la carica aggressiva e le aggettivazioni, contenute nella nota a firma del dirigente. Una cosa è certa: quello che si è verificato (se confermato) è molto grave”.

“È difficile convincermi – continua Capasso – che sei consiglieri comunali, più il coordinatore locale, siano andati nell’ufficio del dirigente per la storia della sostituzione del prato sintetico con i cubetti di porfido? Precedenti analoghi non si sono mai registrati. E’ poco credibile anche per un ingenuo lettore. Comunque, la gravità della situazione e il coinvolgimento dei numerosi consiglieri unitamente con il vertice del Pdl non può assolutamente rientrare nell’attività gestionale del dirigente. Pertanto, tale defezione deve essere discussa e chiarita quanto prima innanzi agli organi ordinamentalemente preposti. Il più appropriato non può non essere che il Civico Consesso”.

Intanto, Capasso invita il dirigente Di Santo ed il coordinatore del Pdl Golia a trasmette nota dell’accaduto al Presidente del Consiglio Comunale affinché si ponga tale impasse all’ordine dell’giorno della prossima Assise. “Episodi del genere, – conclude il capogruppo dei finiani – se confermati sono tipici dei paesi dittatoriali e niente hanno a che vedere con una città democratica e perbene come Aversa. Non sono alla ricerca né di vinti né di vincitori, ma solo di confronti civili e democratici. Altre forme di esternazione del potere non mi appartengono e preferirei che ad Aversa non ci fossero”.

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