Commerciante denuncia i suoi estorsori, due ordinanze contro gruppo Setola

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Dopo oltre cinque anni di estorsioni continuate, dal 2004 al 2009, che ha visto un malcapitato titolare di un negozio di alimentari di Aversa, versare nelle tre scadenze canoniche delle festività pasquali, di ferragosto e natalizie, ogni volta mille euro, arriva la denunzia della vittima alle forze dell’ordine.

Per Nicola Cangiano, alias “Ciaciello”, 44 anni, di Aversa, considerato riferimento dell’ala stragista del clan camorristico dei “casalesi”, facente capo a Giuseppe Setola, e Amedeo Fabozzo, 42 anni, noto come “’o barone”, anch’egli di Aversa e ritenuto affiliato al clan, la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di estorsione continuata ed aggravata. Provvedimento restrittivo emesso dopo accurate indagini compiute dai carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, agli ordini del tenente colonnello Francesco Marra e del capitano Domenico Forte, notificato a Cangiano presso il carcere di Asti e a Fabozzo presso quello di Santa Maria Capua Vetere, dove i due erano detenuti per altre vicende legate, comunque, al clan dei “casalesi”.

Come hanno potuto accertare i militari aversani, i due avevano preso di mira il titolare di un negozio di generi alimentari che ha sopportato l’esborso di questa “tassa sulla tranquillità”, come è stata definita nell’ordinanza emessa dai magistrati sammaritani, per oltre cinque anni. Alla fine ha deciso di ribellarsi ai suoi aguzzini ed ha collaborato con le forze dell’ordine, denunziandoli e portando prove dell’attività estorsiva di cui era vittima.

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