Uffici giudiziaria nell’Ex Italtel, Rauso scrive al commissario

di Redazione

Gaetano RausoSANTA MARIA CV. Il consigliere di opposizione uscente ed esponente dell’associazione “Il Risveglio”, Gaetano Rauso, in una lettera indirizzata al commissario straordinario Luigi Pizzi, chiede un incontro urgente sulla dislocazione degli uffici giudiziari, sul cambio di destinazione dell’area Ex Italtel e sul Palazzo Melzi.

“Sui giornali locali sono apparse notizie inerenti la possibile dislocazione degli uffici giudiziari nell’aria dell’Ex Italtel, oggi di proprietà della Biel company srl. Tale allocazione, ovviamente, dovrà prevedere un previo cambio di destinazione dell’area industriale di che trattasi e siamo allarmati da una scelta che vada in questa direzione, in quanto si arrecherebbe, in tal modo, un grave danno all’economia cittadina che, in un sol colpo, verrebbe ad essere privata dell’istituzione Tribunale nel centro storico cittadino nonché, nel contempo, di un’area industriale che verrebbe utilizzata per altri fini.

Questa scelta, assolutamente antitetica agli interessi della città ed inequivocabilmente pregiudizievole per l’Ente, per tutti i motivi che qui di seguito verranno puntualmente specificati, non può essere adottata.A ben guardare, infatti, essa integrerebbe una condotta antigiuridica, prima ancora che incomprensibile. Va evidenziato in primo luogo che per la risoluzione delle problematiche inerenti la dislocazione degli uffici giudiziari sarebbe possibile fruire di strutture di proprietà del Comune, con conseguente risparmio di eventuali canoni di locazione da versarsi a privati. Tali strutture, per di più, si trovano tutte nel centro storico. La prima struttura che dovrebbe individuarsi è il Palazzo Melzi. Tanto sia per aspetti di opportunità giuridica, onde scongiurare ipotesi di danno patrimoniale al Comune, quanto di prestigio. Tale struttura reca ancora sulla propria facciata la dicitura ‘Palazzo di Giustizia’. Essa è stata la storica sede del Tribunale di Terra di Lavoro, sin dalla sua istituzione nel lontano 1809.

Il palazzo fu concesso in enfiteusi dalla Curia all’Ente proprio al fine di ospitare gli uffici giudiziari. Esso è un fabbricato realizzato nei primi anni del 1600. Ampliato nel 1925 allorquando il Comune di Santa Maria Capua Vetere vinse la battaglia legale contro il Comune di Caserta che aspirava a diventare sede del Tribunale. I lavori terminarono nel 1932. Con atto consiliare n.27 del 10/09/1992, modificato con successivo atto consiliare n.59 del 19/12/1992, il Comune deliberava di concedere in comodato cinquantennale alla Seconda Università degli Studi di Napoli il Palazzo Melzi, riservandosi l’utilizzo dei locali al piano terra, in quanto essi ospitavano gli uffici della Polizia Municipale. Già nei succitati atti deliberativi veniva stabilito per l’Università un vincolo di destinazione allo svolgimento delle attività didattiche e di ricerca. Con atto 1121 del 19/12/1993 l’allora Commissario Straordinario deliberava la trasformazione dell’atto di comodato cinquantennale in concessione d’uso trentennale e di conseguenza veniva stipulato in data 12/04/1994 Rep.5600 la relativa convenzione. Dietro richiesta datata 7 ottobre 1998 prot.2457/a/1 della Seconda Università degli Studi di Napoli, in data 28/07/1999 il Comune trasformava in concessione d’uso gratuito per novantanove anni la precedente convenzione.

Ad un’attenta lettura dell’articolo 5 della prefata convenzione si evince che ‘La Seconda Università degli Studi di Napoli s’impegna ad utilizzare l’immobile denominato Palazzo Melzi quale sede per le attività didattiche e di ricerca svolte all’atto del trasferimento. In mancanza la presente convenzione decadrà automaticamente e l’immobile rientrerà nell’immediata e piena disponibilità del Comune, a semplice richiesta dell’Ente’. All’articolo 6 è previsto: ‘Sono a carico dell’usuario le spese e in genere gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e manutenzione ordinaria dell’immobile, nonché le spese di manutenzione straordinaria’. Attualmente le attività sia di didattica che di ricerca l’Università le svolge solo ed unicamente nell’immobile di recente costruzione sito in Jan Palack, più comunemente denominato ‘Aulario’, mentre la struttura de qua viene fruita solo ed esclusivamente per lo svolgimento di convegni e/o sedute di laurea. Aggiungasi, inoltre, che tra la Curia di Capua ed il Comune è in corso un contenzioso per mancato pagamento dei canoni enfiteutici da parte dell’Ente ed il procedimento verte solo nella fase istruttoria, per il che si prevedono tempi non brevi per la definizione dello stesso.

E’ evidente, pertanto, che l’Ente ha incomprensibilmente, ad oggi, rinunciato ad esercitare i propri diritti, benché corra il serio rischio di vedere uscire dal proprio patrimonio il Palazzo Melzi, in quanto l’articolo 970 del codice civile prevede la prescrizione del diritto dell’enfiteuta per effetto del non uso protratto per vent’anni. In altri termini la commissione straordinaria oggi deve valutare la violazione di una convenzione e la necessità di rispettare e far rispettare leggi e contratti e, in particolare, in virtù della convenzione di cui sopra nonché dell’articolo 970 c.c., l’Ente Comune, nella persona del commissario straordinario, è obbligato ad attivarsi per la risoluzione della stessa al fine di far rientrare il bene nella effettiva disponibilità dell’Ente.

Va evidenziato ancora che l’attuale possibile sede di dislocazione nell’area dell’ex Italtel era il frutto di piani politici di discussa trasparenza in quanto con lo stratagemma dello spostamento del Tribunale si voleva aggirare lo strumento urbanistico per far cambiare la destinazione d’uso di una vasta area (il che aprirebbe le porte ad una speculazione edilizia paragonabile solo agli scempi delle Torri del Villaggio Coppola).

Appare ovvio che, lungi dal volere incidere sulle volontà politiche dell’Ente, ci rivolgiamo al commissario prefettizio in qualità di unico garante del rispetto della Legge, affinché non vengano utilizzati vuoti di potere politico per perseguire obiettivi di mal celato grigiore. In ogni caso la tutela del rispetto dei contratti della legge, e le eventuali omissioni, sulle necessità segnalate, non lascerà indifferenti la scrivente associazione il cui unico interesse è quello della tutela del bene pubblico”.

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