T-Red, per la Cassazione nessuna frode

di Redazione

 ROMA. No al sequestro preventivo dei ‘T-red’, gli apparecchi che al semafororilevano chi passa con il rosso. I dispositivisono finiti al centro di un’inchiesta per le”multe pazze” inviate grazie alla loro installazione.

La Cassazione ha accolto il ricorso di unsindacoche ha chiesto la loro restituzione. Scattata l’inchiesta, infatti, tutti gli apparecchi erano stati tolti ai Comuni.Per i giudicinon c’è stata nessuna frode. A rischiomigliaia di ricorsi.

Secondo l’inchiesta, le multe scattavanoperun difetto della scheda relè che, posta sul semaforo con la telecamera, trasmetteva dati sbagliatifacendo scattare le presunte infrazioni. La frode sarebbe nata nel momento in cui il titolare della società produttrice non aveva sottoposto a controllo ministeriale la scheda oltre all’apparecchio.

Per i giudici la tesi dell’accusa non aveva valore, perché la scheda rappresentava soltanto un elemento accessorio del T-red. Non c’era bisogno, per la Suprema Corte, di sottoporle a controllo per ottenere l’approvazione del ministero. Per questo viene meno anche l’intento della frode.

“Questa sentenza spazza via tantissimi sequestri in tutt’Italia”, spiega al Corriere della Sera il legale di Kria srl,ditta produttrice dei T-red. Dopo il sequestro, migliaia di automobilisti infatti avevano fatto ricorso al giudice di Pace per chiedere l’annullamento delle multe. Le speranze di vederli accolti, dopo il pronunciamento della Cassazione, è sempre più labile.

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