Scontri Arcore, condanna di Napolitano. Scarcerati due manifestanti

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA.Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, informazioni sui gravi episodi di scontri tra dimostranti e polizia verificatisi nei pressi della residenza del presidente del Consiglio ad Arcore.

È risultato che i promotori della manifestazione, rispettando le modalità concordate con le autorità di polizia, sono rimasti estranei a ogni deviazione dal percorso stabilito e a ogni violenza. Il capo dello Stato ha convenuto che l’esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente non degeneri – specie in un momento di tensione politica e istituzionale come quello attuale – in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti.

Anche lo stesso Maroni è intervenuto sull’episodio di domenica. “Sono fatti che vanno colpiti e continueremo a farlo. – ha detto il ministro dell’Interno – Oggi c’è il processo per direttissima e spero che chi si è reso responsabile dell’aggressione ai poliziotti subisca una condanna esemplare”. Il titolare del Viminale aveva parlato prima del pronunciamento del giudice di Monza, che ha confermato l’arresto ma disponendo la scarcerazione dei due giovani fermati durante i tafferugli.

“Le manifestazioni davanti alla casa di Berlusconi ad Arcore non sono certo la risposta giusta da dare al governo ed al presidente del Consiglio”, ha commentato invece il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che invita a “lasciar perdere i violenti, che è meglio che stiano nelle patrie galere e non agli eventi politici”. “Ma – ha osservato il leader centrista – l’idea stessa di protestare con quelle modalità ed in quel luogo, rischia di essere l’altra faccia della medaglia del degrado che stiamo vivendo. L’opposizione deve dare un’altra idea dell’Italia non la stessa, eguale e contraria. Con tutto il rispetto per gli altri non siamo nè in Tunisia nè in Egitto e non vogliamo finirci”.

Intanto, il giudice di Monza, Natalino Giuseppe Airò, ha convalidato gli arresti per violenza e resistenza a pubblico ufficiale a carico di Giacomo Sicurello, 23 anni, figlio dell’ex candidato sindaco di Desio per l’Idv, e per Simone Cavalcanti, 21 anni, ma ne ha disposto la scarcerzione. “Il ruolo degli arrestati non è connotato da particolare gravità”, ha detto il giudice. I due giovani, fermati nel corso degli incidenti di domenica, scoppiati a margine di una pacifica manifestazione indetta dal ‘Popolo Viola’ per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Berlusconi. hanno risposto alle domande affermando che erano in strada e sono stati caricati perchè le forze dell’ordine volevano liberare la carreggiata. “Ci sono delle immagini che dimostrano che non abbiamo fatto alcuna violenza”, così si è espresso Cavalcanti, uno dei due ragazzi arrestati. “Quando abbiamo capito che non potevamo arrivare alla villa – ha spiegato il ragazzo – abbiamo cercato di bloccare la strada e qui sono partite le cariche”. “Abbiamo addirittura restituito un manganello alle forze dell’ordine”. Il processo nel merito è stato rinviato al 7 marzo prossimo, alle 10.30.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico