Roma, incendio in campo rom: morti quattro fratellini

di Redazione

foto archivioROMA. Tragedia a Roma, in un campo rom sulla Appia Nuova, al civico 803, dove quattro bambini, di 3, 5, 7 e 9 anni, di nazionalità rumena, sono morti nell’incendio di una baracca.

Sul posto i vigili del fuoco e i sanitari del 118, insieme a polizia e carabinieri. Inutili itentativi, anche prima dell’arrivo dei soccorsi,di domare le fiamme e di mettere in salvo i piccoli che in quel momento si trovavano nella baracca. Nè i genitori né gli altri abitanti del campo sono riusciti adavvicinarsi perché il rogo è subito divampato. I corpi di Raul, il più piccolo, Fernando e Sebastian,e diPatrizia, sono stati trovati carbonizzati. Le fiamme sarebberoda una stufa improvvisata.

Nell’incendio è andata distrutta la sola baracca, in cui i tre piccoli vivevano insieme a tre adulti, i genitori e una zia. A quanto riferiscono alcuni abitanti dell’insediamento, i bambini erano stati lasciati soli nella baracca. Una zia si era recata a cercare acqua, mentre la madre era in un vicino fast food. “Ora potrei morire anch’io, non ho più parole”, ha commentatoil padre dei bimbi. L’uomo, protetto dalle altre persone del campo, si è poi allontanato in un angolo insieme alla moglie.

“E’ una tragedia veramente orribile per questa città, è la tragedia di questi maledetti accampamenti abusivi”, commenta il sindaco Gianni Alemanno, giunto nel campo rom. “Ho lanciato molte volte l’allarme perché questi insediamenti venissero smantellati perché sono pericolosissimi”, ha detto Alemanno, che ha accusato la lentezza della burocrazia e anche la sovrintendenza per il mancato ampliamento di un campo regolare. “Chiederò, urlando, al governo poteri speciali per gli insediamenti dei rom, – ha aggiunto – affinché il prefetto possa realizzare i campi rom autorizzati a Roma”.

All’arrivo del sindaco Alemanno alla baraccopoli c’è stato anche un confronto polemico con il presidente del municipio Susy Fantino. Alla presidente che sollecitava il primo cittadino a delle risposte, attaccandolo sulla sua gestione dell’emergenza baracche, Alemanno ha replicato irritato: “Non si specula sui morti”. “Questo campo è stato segnalato da noi: l’ultima volta 15-20 giorni fa. E non abbiamo avuto alcun riscontro”, ha detto Fantino, la quale ha poi fatto sapere che l’insediamento abusivo era stato bonificato nel 2005 a seguito di un episodio di pedofilia. Lo stesso campo sorge su un terreno di proprietà della società di trasporti Cotral. “Nonostante abbiamo fatto più volte segnalazioni per chiedere nuovamente la bonifica del posto, il Comune si è mobilitato per altre situazioni meno pericolose”, ha riferito Fantino.

Najo Adzovic, delegato del sindaco per le questioni rom, afferma: “Queste tragedie non devono succedere più. Le istituzioni, le associazioni devono adoperarsi per trovare un alloggio alternativo a chi in queste situazioni per mettere in sicurezza queste persone, specialmente i bambini. Sappiamo – ha aggiunto Adzovic – che si tratta di un insediamento di rom rumeni”.

Il micro-accampamento abusivo di via Appia Nuova era stato censito a dicembre scorso dalla questura. Secondo quanto si apprende, in quattro baracche vivevano circa 13 persone, tra le quali alcuni bambini. In passato l’insediamento era stato più volte sgomberato, ma i nomadi erano tornati con i loro accampamenti.

Le quattro piccole vittime di domenica sera allungano lunga la scia delle morti di bambini, spesso rom, provocate dal fuoco: a volte a causa di fatalità o tragici giochi, ma con allarmante frequenza disgrazie legate alle difficili e precarie condizioni di vita nei campi nomadi. Uno che ricorda proprio quello avvenuto domenica a Roma, risale al 21 gennaio 1995 quando quattro bambini nomadi tra i sette mesi ed i quattro anni e mezzo morirono carbonizzati a Milano in un campo abusivo. I bambini, slavi, dormivano con la mamma nella loro roulotte quando un fornello della cucina, lasciato acceso nel tentativo di riscaldare l’ambiente, diede fuoco ai giacigli e fece esplodere la bombola del gas. Tra gli episodi più gravi anche quello dell’11 agosto 2007 quando quattro bambini morirono in un incendio in una capanna nei pressi di un campo rom a Livorno. Il 22 luglio 1996 a Pignola (Potenza) due fratelli, di tre anni e mezzo il primo e di due anni la seconda, morirono nell’ incendio di un prefabbricato nel quale vivevano con i genitori. Il 19 ottobre 2000, nel campo nomadi “Il poderaccio” di Firenze, Silvana Haliti, 5 anni e mezzo, kosovara, mori’ nel sonno nella baracca dove viveva con la famiglia. Il 16 febbraio 2003 due sorelle, rispettivamente di otto e quattro anni, persero la vita, per intossicazione da fumo, a Montalbano Elicona (Messina) tra le fiamme della loro casa. Il 19 agosto 2004 un bambino di 16 mesi e la madre morirono a Ripa Teatina (Chieti) in seguito all’ incendio divampato nella loro abitazione. L’ 8 settembre 2004 un bambino di tre anni, egiziano, perse la vita a Galliera Veneta (Padova) dopo essere rimasto ustionato ed intossicato nell’ incendio divampato nella sua casa. Il 16 ottobre 2005 una bambina di 5 anni mori’ carbonizzata nella sua stanza a seguito di un incendio causato dall’ esplosione di un televisore. Il giorno di Capodanno 2006 un bambino di sei anni mori’ a Cortina d’Ampezzo (Belluno) nell’ incendio di un appartamento preso in affitto dai genitori per le festivita’. Altre quattro persone – due bambini e due adulti – rimasero ferite. Il 7 dicembre 2006 a Tempio Pausania (Olbia-Tempio) persero la vita due sorelle, di quattro e tre anni, per asfissia seguita all’ incendio della loro casa. Altre due giovani vittime rom, il 3 gennaio 2007: un incendio uccise una ragazza di 15 anni e il convivente di 16 in un campo nomadi ad Orta di Atella, in provincia di Caserta. Il 13 gennaio 2007, in un appartamento nel centro di Roma abitato da immigrati bengalesi, per sfuggire ad un incendio accidentale si gettarano nel vuoto e morirono una donna e suo figlio di 10 anni. Il 2 febbraio 2007, tre fratelli morirono nell’incendio della loro abitazione nel vicentino per un incendio innescato da un tragico gioco.La notte del 27 marzo scorso, in una baracca di fortuna costruita a Follonica (Grosseto), mori carbonizzata una bambina rom di 5 mesi.

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