Premier a giudizio, Alfano: “In gioco sovranita’ Parlamento”. Pd: “Si dimetta”

di Redazione

Alfano-BerlusconiMILANO.La notizia del rinvio a giudizio di Berlusconi fa il giro del mondo fa il giro del mondo e diventa una ‘Top News’ sulle pagine online dei principali media internazionali.

Non mancano reazioni politiche da tutti gli schieramenti. Il Pdl difende a spada tratta il suo leader e garantisce che, nonostante l’udienza fissata per il 6 aprile, il governo andrà avanti.

ALFANO. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ritiene che il gip che ha disposto il rito immediatonei confronti del premier “non ha tenuto conto di quanto votato le settimane scorse dalla Camera, dunque questo è un tema che attiene l’autonomia, la sovranità e l’indipendenza del Parlamento”. A chi gli chiede se Berlusconi fosse disponibile ad un passo indietro, Alfano ha risposto: “E la presunzione di innocenza?”. “Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro?”, insiste il guardasigilli. “Il Presidente del Consiglio ha un forte mandato conferitogli dagli italiani, un mandato non nato occasionalmente, ma reiterato in almeno tre circostanze nelle più recenti elezioni”. “Il presupposto parlamentare non esiste -dice Alfano -perché numerose volte negli ultimi 30-40 giorni è stato ribadito il sostegno al governo”. “In otto circostanze il governo ha avuto una netta prevalenza sull’unione di tutte le opposizioni”, ha ricordato, “Di Pietro, Bersani, Fini e Casini, tutti insieme hanno perso otto volte. Vi è una legittimazione piena dell’esecutivo sia dal punto di vista della legittimità parlamentare sia da quella del consenso popolare, che anche le ultime rilevazioni confermano essere significativo e certamente più robusto di quelli dei partiti di opposizione”.

PDL. “Come volevasi dimostrare. È proprio il caso di parlare di una giustizia ad orologeria che per Berlusconi è rapidissima, addirittura istantanea. Tutto questo procedimento è viziato alla radice dal fatto che trattandosi, visto il reato ascritto che è la concussione, di un’imputazione che per definizione riguarda il titolare di un pubblico incarico, nel nostro caso deve essere trattato dal tribunale dei ministri” sottolinea Fabrizio Cicchitto. “Il governo – aggiunge il capogruppo del Pdl alla Camera – va avanti, resistendo a questi tentativi di manomettere l’equilibrio politico del Paese”. Per Daniele Capezzone, portavoce Pdl, “la decisione del gip di Milano ricalca un copione perfino scontato. La situazione è davvero paradossale: non ci sono né i reati né le vittime, ma c’è il processo a tamburo battente, e soprattutto c’è un processo mediatico già in corso da settimane sotto forma di gogna anti-premier”. “Il silenzio dei garantisti di sinistra è un epitaffio politico per loro: è evidente il tentativo della sinistra, sconfitta sia nelle urne che nelle aule parlamentari, di usare la scorciatoia giudiziaria per una spallata. Ma non si illudano: non praevalebunt”, conclude Capezzone. Per il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo“il giudizio immediato disposto dal Gip nel processo farsa contro Silvio Berlusconi conferma che la via giudiziaria in Italia è la continuazione della politica con altri mezzi”. “Mi sembra tutto una grande costruzione mediatica con poco sostanza” e “non esiste alcuna ipotesi accusatoria” contro il premier sottolinea invece il presidente della Regione LombardiaRoberto Formigoni. “È in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e ad un’istituzione dello Stato. Il pericolo che i Padri Costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l’immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale”, afferma invece il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che aggiunge: “Un potere dello Stato tenta di condizionare la volontà degli elettori e di stravolgere uno dei principi cardine di tutte le democrazie: l’equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Non è un problema del centrodestra o di Berlusconi, ma dell’Italia. L’anomalia del nostro Paese non è rappresentata da un presidente del Consiglio liberamente eletto, ma da una parte della magistratura che agisce con finalità politiche”.

PD.Dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani arriva invece una richiesta precisa: “Io chiedo le elezioni anticipate. Berlusconi è un fine costituzionalista ed essendo tale ha detto la sua. Un po’ di studio in più sulla Costituzione non gli guasterebbe”. “Berlusconi si proclama perseguitato ed innocente, allora si presenti davanti ai giudici”, dice Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, ai giornalisti a Montecitorio. Più duro il vice Maran: “Rispettiamo l’autonomia della magistratura e ripetiamo, come facciamo da mesi e non da oggi che viene disposto il suo giudizio immediato per i reati di concussione e prostituzione minorile, che Berlusconi si deve dimettere. Lasci la presidenza del Consiglio, ci permetta di non essere lo zimbello del mondo. Liberi l’Italia”.

IDV.“Con il rinvio a giudizio da parte del gip del Tribunale di Milano la condizione politica del premier è sensibilmente mutata in peggio”, affermaSilvana Mura,deputata dell’Italia dei valori. “Considerato che Berlusconi dovrà difendersi da accuse pesanti, sarebbe opportuno che lo facesse da privato cittadino invece che da premier, evitando di coinvolgere mediaticamente il governo in un processo che certo non farà bene all’immagine dell’Italia in particolare nello scenario internazionale”.

UDC.“La vicenda Ruby deve essere chiarita al più presto” sottolinea il segretario Udc, Lorenzo Cesa. “Rispettiamo i magistrati milanesi che hanno scelto il rito abbreviato per Berlusconi, e nei confronti del premier siamo garantisti come per ogni imputato. Ci auguriamo che questa vicenda sia chiarita al più presto, nell’interesse delle istituzioni italiane”.

CGIL.“Il rinvio a giudizio dovrebbe comportare le dimissioni del premier” ha detto Susanna Camusso, che partecipava ad una assemblea regionale della sua organizzazione.”In quel procedimento – ha aggiunto la leader Cgil – si dice che parti offese sono quella ragazza di cui conosciamo il nome e il ministero degli Interni. Se un primo giudizio possiamo darlo è che ancora si può credere che in questo paese la giustizia sia uguale per tutti”.

FAMIGLIA CRISTIANA. Dura anche la reazione di Famiglia Cristiana. “La sentenza in mano a tre signore. Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia” è il commento alla notizia in un editoriale on line del settimanaleFamiglia Cristiana. “Con l’aria che tira – si legge nel testo – la notizia non è il rinvio a giudizio immediato. È la composizione del collegio giudicante: tre donne”.

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