Berlusconi: “Sono un peccatore, ma contro di me un golpe morale”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA.Confessa di essere un “peccatore” ma accusa di “golpe bianco” quella parte della magistratura che vuole “uno scandalo internazionale” per far cadere il governo in nome di una “giustizia moraleggiante”.

Così il premier Silvio Berlusconi in un’intervista concessa a Il Foglio diretto da Giuliano Ferrara.”Chi, come voi dite, predica una Repubblica della virtù, con toni puritani e giacobini, ha in mente una democrazia autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata”, afferma il presidente del Consiglio, che aggiunge:”Io, qualche volta, sono come tutti anche un peccatore, ma la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me è fatta per ‘andare oltre’ me, come ha detto il professor Zagrebelsky al Palasharp. È fatta per mandare al potere attraverso un uso antigiuridico del diritto e della legalità, l’idea di cultura, di civiltà e di vita, di una élite che si crede senza peccato, il che è semplicemente scandaloso, è illiberalità allo stato puro”. E qui il riferimento alla Ddr: “Come è avvenuto a Milano, – dice Berlusconi – scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle ‘vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista”. E il “modo”, sostiene il premier,sarebbe quello del “golpe morale” nei confronti di “un presidente galantuomo”.

BERSANI: “PAROLE EVERSIVE”. Dall’opposizione, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ribalta le accuse, ritenendo stavolta lui “eversive” le parole diBerlusconi: “Ci stiamo avvicinando rapidamente alla soglia di guardia. – dice Bersani – Se nella maggioranza c’è qualcuno che ha a cuore le sorti del paese dica qualcosa. È dovere delle opposizioni rinserrare le fila e costruire un’iniziativa nuova e unitaria”.

CASINI: “HA PERSO LA TESTA”.Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, usa invece il termine “irresponsabile” nei confronti del premier che, sottolinea il centrista, “ha perso la testa”. “Non si può paragonare l’Italia alla Germania dell’Est – dice Casini in un’intervista a La7 -E’ un insulto,se pensiamo ai morti nei gulag, e si dovrebbero rivoltare contro questa disinvoltura tutti gli elettori italiani”.

“UDC VIA DALLE GIUNTE”.Proprio sull’Udc, in una riunione con i presidenti di Regioni e Province del Pdl, Berlusconi avrebbe emanato un vero e proprio “diktat”, invitando i suoi governatori locali a “cacciare” dalle loro giunte gli esponenti dell’Udc. “Ho tollerato ogni tipo di attacco politico, ma ora gli attacchi sul piano personale e privato non posso davvero sopportarli più”, avrebbe detto il presidente del Consiglio, per poi “ordinare”: “Gli esponenti dell’Udc devono uscire da tutte le giunte che governiamo noi. Tuttavia nel corso della riunione, come raccontato da un deputato del Pdl, si è fatto presente che molti assessori del partito di Pier Ferdinando Casini “hanno già fatto il salto decidendo di stare con noi piuttosto che abbandonare definitivamente l’incarico amministrativo”. Ad avere sicuramente difficoltà dinanzi al diktat del Cavaliere sarà il governatore campano Stefano Caldoro (presente all’incontro con il coordinatore del Pdl ed ex sottosegretario Nicola Cosentino), nella cui giunta vi sono due centristi, Pasquale Sommese e Giuseppe De Mita, che ricoprono incarichi non secondari: il primo è titolare della delega al personale mentre il nipote dell’ex premier Ciriaco De Mita ha addirittura il ruolo di vicepresidente.

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