Barbareschi: “Non torno con Berlusconi”. Ma è rottura con Fini

di Redazione

Luca Barbareschi ROMA.Luca Barbareschi smentisce le voci di una sua imminente fuoriuscita da Futuro e Libertà per approdare nel gruppo dei “Responsabili” a sostegno del governo Berlusconi.

Lo afferma durante la trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”, su Radio2, anche se lascia comprendere una certa rottura con il partito di Gianfranco Fini: “Non ho nessuna intenzione – dice Barbareschi – di andare con i responsabili di Moffa, perché non esco dal Fli. Io mi auguro che i dieci punti costitutivi di Futuro e Libertà vengano rispettati, altrimenti può essere che io non sia più nemmeno in Parlamento”. Quanto al suo incontro, avvenuto lunedì, con Silvio Berlusconi, il 54enne attore (e fino a ieri finiano doc, colui che dal palco di Bastia Umbra aveva declamato, commosso, il manifesto di Fini) commenta: “Non è reato andare a far visita al premier”. “Il vero problema – sottolinea – è che di questo passo si manderà a casa da solo perché tutte le sue promesse sono state tradite”.

Ma di cosa ha parlato con Berlusconi?”E’ stato un confronto – risponde Barbareschi – alla vigilia di scadenze importanti, quali il decreto Milleproroghe e una tornata di nomine strategiche per il mondo delle telecomunicazioni”. E sui dissidi con Fini,il deputato ritiene “un errore” l’adesione di Fli al progetto del “Terzo Polo” con Api, Udc ed Mpa, poiché a suo avviso si corre il rischio di andare “a braccetto con coloro che fino a ieri sono stati nostri avversari, abbandonando uno schieramento che ci deve vedere ancora protagonisti”.

Barbareschi, poi, affida ad una nota la sua posizione: “All’incontro con Berlusconi – scrive – ho parlato della situazione politica e dei diversi problemi che seguo, in particolare la cultura in tutte le sue espressioni e le telecomunicazioni. Il clima avvelenato che viviamo ci fa scordare i problemi del Paese, viceversa rivendico con forza l’urgenza di affrontare questioni determinanti per il nostro futuro. Già in occasione della sfiducia a Bondi avevo confermato la mia indipendenza di giudizio, pensare con preoccupazione e con spirito costruttivo ai problemi del Paese non significa cambiare casacca. Ho visto dunque volentieri il Capo del Governo alla vigilia di scadenze importanti, quali il decreto Milleproroghe – determinante per il futuro del mondo dello spettacolo – e una tornata di nomine strategiche per il mondo delle telecomunicazioni”.

“Il mio passaggio in Futuro e Libertà, ha aggiunto – fin dalla sua fondazione, è stato convinto e chiaro, e ancora oggi credo che quanto annunciato nel Manifesto degli italiani sia ancor di più attuale solo mi interrogo su alcune scelte successive che sono avvenute in modo repentino e soprattutto troppo poco condiviso. La fondazione del Terzo Polo e la diluizione di Fli in esso – è stato infatti chiaro, fin dall’inizio, la leadership di Casini e di un certo tipo di centrismo – è secondo me un errore; sono infatti convinto che la fondazione di Futuro e Libertà dovesse essere la nascita di un soggetto che recuperava l’identità perduta nel partito del Predellino, e non vorrei che questo passaggio ancora una volta annacquasse la nostra identità”. “Futuro e Libertà ha un lungo percorso avanti a sè, e credo che il nostro collocamento all’interno del centrodestra non debba essere messo in discussione, così come credo che ci voglia maggiore coinvolgimento nelle scelte, non basta un triumvirato a decidere, con Gianfranco Fini occupato giustamente nel suo ruolo di garanzia di Presidente della Camera”.

“Occupiamoci dei veri problemi del nostro Paese, – conclude – sono convinto che anche i nostri elettori non capirebbero se andassimo a braccetto con coloro che fino a ieri sono stati nostri avversari, abbandonando uno schieramento che ci deve vedere ancora protagonisti, la nostra scelta deve essere chiara verso il bipolarismo. Con questi presupposti ho la ferma intenzione di continuare sul cammino che abbiamo intrapreso a Bastia Umbra”.

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