Libia, “Giorno della collera”. Scontri anche in Bahrein

di Redazione

 TRIPOLI. Resta alta la tensione nell’area mediorientale e del Maghreb. Quello di giovedì è stato il “giorno della collera” in Libia, dove ci sarebbero dieci morti, mentre nel Bahrein si contano almeno quattro manifestanti uccisi.

A Tripoli si fronteggeranno i manifestanti anti-regime e i sostenitori del leader Muhammar Gheddafi. Già nei giorni scorsi le due fazioni sono state coinvolte in scontri e c’è il forte timore di una repressione autoritaria che faccia degenerare la situazione. La Farnesina mette in allerta gli italiani che dovessero recarsi nel Paese nordafricano indicando anche la giornata di venerdì come a rischio e consigliando di “evitare gli assembramenti di folla, di allontanarsi immediatamente dalle zone dove siano in corso manifestazioni e, in generale, di rimanere sempre aggiornati sull’attualità internazionale e regionale”.

Su blog e social network, per tutta la giornata di ieri, si sono rincorse voci di incidenti in Libia. Lunghe ore di forte tensione che sono seguite a una notte di scontri, arresti, feriti e, secondo informazioni non confermate ufficialmente, ci sono anche delle vittime. Secondo siti vicino all’opposizione e alle ong libiche i morti a seguito delle colluttazioni di ieri tra manifestanti antigovernativi e polizia ad Al Baida, nell’est della Libia, sarebbero almeno nove. Sarebbero poi trentotto le persone rimaste ferite negli scontri avvenuti fino ad ora a Bengasi. Sostenitori del colonnello Muammar Gheddafi e polizia hanno caricato i manifestanti riuniti davanti a un commissariato, per chiedere la liberazione di un attivista.

Gli Stati uniti hanno chiesto alle autorità di Tripoli di andare incontro alle aspirazioni della popolazione. “I Paesi della regione stanno affrontando le medesime difficoltà in materia di demografia, aspirazioni popolari e bisogno di riforme”, ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato americano, Philip Crowley. “Incoraggiamo questi Paesi a prendere delle misure specifiche che rispondano alle aspirazioni, ai bisogni e alle speranze del loro popolo. La Libia rientra senza alcun dubbio in questa categoria”, ha aggiunto il diplomatico statunitense. Crowley ha evitato di rispondere esplicitamente a chi gli chiedeva se non ritenesse Muammar Gheddafi “un dittatore”. Ma il suo pensiero è emerso con chiarezza: “Non credo che sia arrivato al potere democraticamente”, ha detto.

BARHEIN.Nel Bahrein è salito a 4 il numero dei manifestanti uccisi nel centro della capitale Manama in seguito all’assalto sferrato prima dell’alba dalle forze di sicurezza contro un accampamento improvvisato, dove si erano sistemati i manifestanti che da martedì protestano contro il regime monarchico assoluto del piccolo emirato. Due dimostranti erano morti sul colpo. Il terzo è deceduto poco dopo a causa delle gravi lesioni da arma da fuoco riportate al torace, come hanno denunciato fonti dell’opposizione sciita. Ci sarebbe poi una quarta vittima, secondo quanto riportato da una fonte dell’opposizione, ma non ci sono ulteriori dettagli. I feriti accertati a causa del blitz ammontano a cinquanta. In nemmeno tre giorni le vittime della repressione sono state complessivamente almeno cinque anche se via web molte fonti non governative lasciano intendere che possano essere di più.

Intanto, le prove della Gp2 Asia, in programma sul circuito del Bahrein che il mese prossimo dovrà ospitare anche la gara di apertura della stagione della Formula 1, sono state rinviate. “Per via degli eventi in corso, lo staff medico normalmente in servizio al circuito è stato temporaneamente chiamato negli ospedali della città (per poter intervenire, ndr) in caso di emergenza”, si legge in un comunicato diffuso dagli organizzatori della gara. “Per ovvie ragioni, gli organizzatori delle prove della Gp2 hanno deciso di rinviare a domani l’attività prevista per oggi”, prosegue il testo.

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