Trapianti fegata, assistenza negata in ospedale: Aitf scrive a commissario

di Redazione

AitfCASERTA. L’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato della Provincia di Caserta scrive al nuovo commissario dell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta …

… per esprimere una vibrata protesta riguardante il grave disservizio verificatosi lo scorso 15 febbraio presso l’U.o.s.d. Satte – Servizio Assistenza Trapiantati e Trapiantandi Epatici, a danno di alcuni soci trapiantati, ai quali è stato negato il programmato quanto indispensabile servizio assistenziale costituito da una serie di prelievi ematici e conseguenti somministrazioni delle immunoglobuline (sostanza, quest’ultima, classificata “medicinale salvavita” che immancabilmente deve essere iniettata allo scadere del termine prefissato proprio per scongiurare conseguenze di eccezionale gravità).

“Il tempestivo intervento operato dai dirigenti dell’A.i.t.f., – spiega il presidente Franco Martino– finalizzato a conoscere le inspiegabili motivazioni che avevano portato ad una omissione di tale gravità, ha consentito di acclarare che il medico ivi preposto, responsabile del servizio, era stato costretto a rimandare a casa i pazienti di che trattasi perché chi di dovere non aveva provveduto alla dovuta sostituzione dell’infermiera titolare, assente per malattia. Inoltre, da quanto trapelato dagli astanti, neanche si era voluto aderire ad una ulteriore sua specifica richiesta. Tale episodio appare inaudito e sconsiderato. Fa emergere, ancora una volta, le gravi carenze che attanagliano il Satte, peraltro ripetutamente denunciate dall’A.i.t.f. alla direzione dell’azienda ospedaliera, anche attraverso svariate manifestazioni sfociate, poi, in risoluti comunicati stampa. Tuttavia, non è assolutamente pensabile che quanto accaduto possa essere ascritto soltanto alle solite scusanti addotte dai vertici aziendali relative ai tagli, alla mancanza di personale, etc.; talune cause sono certamente da ricercare anche nella censurabile ed inadeguata azione svolta dalla Direzione Dipartimentale che contribuisce ulteriormente ad accrescere il disagio e il patimento dei trapiantati”.

“Tutto questo – continua Marino – lascia per davvero l’amaro in bocca, se si considera che nonostante il periodo di grande crisi economica, il gruppo dirigente dell’A.i.t.f.,attraverso una determinata e defaticante azione durata circa tre anni, ha consentito a far affluire la somma di ben 400mila euro nelle casse dell’azienda ospedaliera casertana. Soldi stanziati dalla Regione Campania proprio per finanziare il noto progetto Satte, appositamente ispirato dall’A.i.t.f. casertana in collaborazione con il suo estensore responsabile. E’ sconcertante, infatti, constatare che benché tale progetto sia stato regolarmente finanziato già da alcuni mesi, ancora non si proceda alla sua attuazione, ‘facendolo permanere in uno stato di immobilismo di fatto che non lascia al momento intravedere come prossima alcuna modifica dello stato operativo attuale, né un avanzamento della sua applicazione’ come testualmente, e giustamente, ha scritto in una nota lo stesso responsabile del progetto”.

La presidenza dell’A.i.t.f., nell’augurarsi che l’episodio non produca conseguenze negative sullo stato di salute dei pazienti discriminati, auspica un autorevole intervento da parte della direzione aziendale atto a censurare precise responsabilità sull’accaduto; ciò anche perché non abbiano più a ripetersi gravi manchevolezze del genere, significando che, comunque, l’associazione si riserva di adire le sedi più opportune al fine di tutelare il diritto alla salute dei propri associati”.

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