Marino: “Una fondazione per il turismo a Caserta”

di Redazione

 CASERTA. “Lo strumento per rendere Caserta città turistica c’è ed è quello della ‘Fondazione per la valorizzazione turistica’.

Che non sia un contenitore solo per gli eventi, ma una Fondazione capace di raccogliere la grande sfida comune: unire la città medievale (Caserta Vecchia) con la città utopica del Settecento (San Leucio) e la Reggia vanvitelliana. Due assi che diventano un unico straordinario attrattore turistico, consentendo a Caserta di identificarsi con questa nuova immagine”. Mentre è in corso di svolgimento la Bit di Milano con una folta presenza casertana, il candidato sindaco del centrosinistra, Carlo Marino, dal suo blog www.carlomarino.it lancia il progetto di rilancio turistico della città.

“Immagino la Fondazione – spiega in un nuovo post – come la vera ampia rete istituzionale. A comporla potranno essere, oltre al Comune di Caserta, la Provincia, la Regione con l’Ente per il turismo, la Camera di commercio, Confindustria, la Soprintendenza ai beni culturali (dimenticata nella missione alla Bit), i sindacati e le associazioni di categoria. Poi la Fondazione deve puntare ad aprire ai privati, che hanno il dovere di partecipare al progetto, ma che fino ad ora non sono stati attratti a causa della debolezza delle proposte messe in campo e della debolezza della rete istituzionale. Noi capovolgeremo proprio queste due ataviche mancanze”. L’obiettivo è recuperare un approccio scientifico al rilancio del turismo, un’idea di come l’intero territorio debba funzionare e muoversi rispetto all’obiettivo.

“Proprio come sta cercando di fare la Camera di Commercio che, attraverso l’azienda speciale “Sintesi”, insieme a imprenditori da sempre lungimiranti, ha affidato a una importante e seria società, la Four Tourism, il compito di realizzare un’analisi strategica sulle opportunità di sviluppo, sull’individuazione delle soglie di miglioramento e sull’immagine turistica del territorio casertano. Il masterplan è pronto e presto sarà presentato”. Intanto, dal momento che il Comune ha competenza diretta sul complesso monumentale di San Leucio, Carlo Marino si sofferma proprio su questo sito: “Oggi i lavori per il completamento degli orti attrezzati e dell’arredo urbano sono completamente fermi. La Regione Campania ha bloccato i fondi e le imprese hanno lasciato. Il risultato è un cantiere né chiuso né aperto, un papocchio. Ma non è tutto. Chi di San Leucio conosce e ama ogni angolo ha accertato che della struttura è utilizzato appena il 15 per cento degli spazi, compresi gli uffici comunali. Non è tollerabile”. Il piano in fase di elaborazione prevede tre funzioni per San Leucio: attività museale, con l’ampliamento degli spazi oggi adibiti a museo d’arte contemporanea; attività didattica, con il rilancio del museo della seta e attività di marketing.

“In quest’ottica – prosegue il candidato sindaco – auspico che si acceleri l’accordo di programma tra gli imprenditori della seta aderenti a Confindustria e il Comune, che prevede la concessione di alcune stanze al Consorzio Serico, in cambio del restauro dei telai (che sono stati riattaccati dalle tarme) e l’attivazione di corsi di formazione professionale, in modo da mettere di nuovo in funzione quei telai. Un progetto di grande interesse. Sapete ad oggi cosa manca? L’autorizzazione a concedere le stanze da parte del Comune. E San Leucio non ha ancora neppure il riconoscimento regionale per le attività museali. Per usare l’espressione di un mio amico – conclude – dico che oggi San Leucio è ‘una cambiale protestata’, che invece può diventare l’occasione per il rilancio del ruolo e dell’immagine della città”.

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