Rione Bagno, la parola passa ai cittadini

di Nicola Rosselli

da sin. Ciaramella e De AngelisAVERSA. Nuovo passo avanti per il divorzio tra il Comune di Aversa e il Rione Bagno. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha emanato un decreto il 31 gennaio scorso, …

… pubblicato con una celerità alquanto strana, ossia il giorno dopo, sul Bollettino Ufficiale della Regione, con il quale intende “rendere noto, ai sensi dell’art. 1 delle legge regionale 30 aprile 1975, n. 25, che il Consiglio regionale della Campania ha deliberato nella seduta consiliare del 19 gennaio 2010 l’ammissibilità del referendum consultivo sulla proposta di legge concernente l’acquisizione del Rione Bagno del comune di Aversa al comune di Cesa Statuto della Regione Campania che prevede l’obbligatorietà del referendum consultivo delle popolazioni interessate dalle proposte di legge concernenti la istituzione di nuovi comuni e i mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali”.

E’ questo, in pratica, il via libera ufficiale all’indizione del referendum per il passaggio del popoloso Rione Bagno da Aversa a Cesa. Si tratta di un passo decisivo per giungere al voto, addirittura nell’anno in corso, e chiudere così facendo una vicenda che va avanti, in pratica, da un trentennio, con poco meno di un migliaio di abitanti che abitano in questa zona, al di là di quello che per gli aversani è un confine fisico della città da quella parte, ossia il ponte ferroviario che nell’immaginario divide i due comuni, noto proprio con il nome di “ponte di Cesa”. Ma solo nell’immaginario, considerato che, in pieno territorio cesano c’è una sorta di enclave aversana. Fino a poco tempo fa questa parte della popolazione normanna gravava quasi del tutto su Cesa tra scuole, fogne e così via. Il comune cesano, già con la precedente amministrazione, aveva portato avanti l’annessione, forte di un consenso bipartisan e dell’aiuto fornito dal consigliere regionale del Partito Democratico Nicola Caputo, che ne aveva sposato la causa.

L’iter burocratico è continuato con l’amministrazione in carica e con il sindaco del Pd Vincenzo De Angelis, convinti che fossero maturi i tempi. Lo stesso primo cittadino cesano, dopo aver appreso della pubblicazione del decreto che dà il via la referendum, ha dichiarato: “Peccato che non sia specificato chi dovrà andare a votare. Spero e mi auguro che siano solo le ‘popolazioni interessate’ come prevede lo statuto della Regione Campania e non le totalità delle popolazioni dei due comuni. In questo caso sarebbe una lotta impari. Da parte nostra cercheremo di far capire le nostre ragioni per le quali è meglio far parte di Cesa. In caso di persistenza del Rione Bagno ad Aversa, però, in questo periodo storico di carenza di fondi per gli enti locali, dovremmo prenderne atto e destinare risorse per i servizi solo ai nostri concittadini”. “Quale che sia il risultato – ha concluso De Angelis – si uscirà finalmente dall’ambiguità che dura da trenta anni. La popolazione del rione Bagno sarà arbitra del proprio destino e non potrà più addossare colpe agli altri per eventuali carenze di Aversa o dinieghi da parte nostra”.

Per quanto riguarda Aversa, il sindaco Mimmo Ciaramella è quasi laconico nelle sue dichiarazioni: “E’ un provvedimento che ci attendevamo in quanto atto dovuto del presidente Caldoro. Vedremo cosa prevede la normativa regionale in tema di referendum e ci attiveremo di conseguenza. A questo punto la parola passa ai cittadini del Rione Bagno”. In conclusione, poi, il primo cittadino aversano sottolinea: “Il problema è reale. Gli abitanti di questo rione si sono sempre sentiti cesani anche perché svolgono la loro vita sociale a Cesa e il 95 % di loro proviene proprio dal comune confinante. Noi, da parte nostra, abbiamo sempre pensato al Rione Bagno come una zona di Aversa dotandola di tutti i servizi, non ultimo l’allacciamento alla nostra rete idrica”.

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