Marchionne: “Se vince il no a Mirafiori andiamo all’estero”

di Redazione

Sergio MarchionneTORINO. Il referendum che deciderà il destino di Mirafiori è sempre più imminente. E in vista della consultazione di giovedì e venerdì sul futuro di MIrafiori, dal Salone dell’Auto di Detroit, Sergio Marchionne parla con chiarezza.

Se non ci sarà il 51% di sì la Fiat investirà altrove, le alternative sono molte, ovunque, Canada o Michigan per esempio.

La Fiom, intanto, resta sulle barricate e ribatte: “Possiamo vincere la partita”. Incassa la solidarietà della Cgil, ma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, le chiede di rispettare l’esito del referendum.

Il Salone di Detroit è il luogo giusto per annunciare l’aumento al 25% della quota in Chrysler e ribadire che “ci sono le condizioni per portarla al 51% già entro quest’anno perchè le risorse ci sono”. “Internazionalizzare sempre di più la Fiat è una necessità e una sfida esaltante, soprattutto per me che ho fatto esperienze professionali e di vita in vari Paesi:è la realtà del mondo d’oggi. Qual è l’alternativa?”, ha detto il presidente della Fiat, John Elkann, in una intervista al Corriere della Sera in cui rileva che “dobbiamo tener conto delle direttrici di sviluppo del mondo d’oggi”. “Solo crescendo all’estero – prosegue – la Fiat può rafforzarsi e mantenere una realtà produttiva sana, consolidata, in Italia. Paese nel quale restiamo ben presenti”.

Da Detroit Elkann annuncia che giovedì e venerdì sarà in Italia insieme a Marchionne a seguire l’esito del referendum a Mirafiori. Elkann, infine, torna a smentire le voci che parlano di una possibile cessione dell’Alfa Romeo: “Ci teniamo stretto tutto”, “anche se ci offrono un mucchio di soldi”.

“Quello che avviene a Mirafiori è uno scontro ideologico e simbolico, non sindacale”.La vertenza Fiat il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta la vede così. Ea Mattino 5ricorda come”clausole molto più impegnative si ritrovino in centinaia di contratti, come quello tessile, sottoscritti anche dalla Cgil”. Il ministro giudica “una stupidaggine” dire che a Mirafiori si aboliscono i diritti fondamentali, come quello di sciopero. “Il diritto di sciopero – ha spiegato -è garantito dalle leggi e dalla Costituzione. Contratti che contravvengono leggi e Costituzione sono inesistenti. E’ lo Statuto dei lavoratori che stabilisce i diritti e quello rimane in vigore”.”Mirafiori – ha ribadito -è un luogo simbolico per lo scontro di classe e sulle spalle dei lavoratori si gioca la partita”.

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