Lucca, ritrovato corpo della giovane scomparsa: il marito confessa

di Redazione

Rajmonda ZefiLUCCA.Ritrovato il corpo diRajmonda Zefi, la trentenne albanese scomparsa il 31 dicembre scorso da Stiava, nel comune di Massarosa, in provincia di Lucca.

Ad ucciderla è stato il marito, Francesco Quinci, 36 anni, che ha confessato l’omicidio ai carabinieri, indicando il posto in cui aveva occultato il cadavere: in un bosco situato in località Colle dello Scopeti, nel comune di Stazzema, in Alta Versilia.

LA CONFESSIONE. La svolta alle indagini è arrivata nel corso della notte, quando Quinci, durante l’interrogatorio, ha ammesso le proprie responsabilità. L’omicidio sarebbe natoda una lite tra i coniugi, che si stavano separando. La lororelazione, durata otto anni e da cuisono nati due figli di 3 e 8 anni,negli ultimi tempiavrebbe avuto dei problemi.L’uomo, che lavora come marmista,aveva denunciato la scomparsa della giovane lo scorso 3 gennaio, ma gli inquirenti avevano da subito scartato l’ipotesi dell’allontanamento volontario.

“CADUTA DALLE SCALE”. Nelle ore successive all’interrogatorio, il legale di Quinci, Carlo Alberto Antongiovanni, ha poichiarito la versione data ai carabinieri dal suo assistito. La donna sarebbe morta cadendo accidentalmente e battendo la testa sui gradini della scala, nel suo appartamento di Stasia, durante una lite con il marito, il qualeavrebbe poi avvolto il cadavere in un telo, l’avrebbe caricato in auto per portarlo a Stazzema e abbandonarlo in un dirupo.

IL DIVERBIO. La lite, secondo quanto Quinci avrebbe raccontato ai carabinieri, era scoppiata la mattina del 31 dicembre, intorno alle 9.30, dopo che rajmonda aveva ricevuto una telefonata da un connazionale che sarebbe passato a prenderla poco dopo. Il fatto che la moglie uscisse di casa, nel quadro di un rapporto di coppia ormai logorato, e’ stata la scintilla per una nuova lite. La circostanza della lite coinciderebbe con quanto raccontato da una vicina di casa della coppia.

LA VICINA. “Non ho dato troppo peso alla cosa – ha detto una vicina – anche se devo dire che mi sembrava di avere sentito urlare la donna. Volevo chiamare i carabinieri, avevo già composto il 112, ma ho buttato giù, perché ho sentito silenzio come se tutto fosse tornato nella normalità. Poi sono andata al lavoro, nel ristorante a Pietrasanta che gestisco insieme al mio compagno, e successivamente sono partita per la montagna fino al 3 gennaio. Quando siamo tornati, i carabinieri ci hanno convocato in caserma come avevano fatto con gli altri vicini di casa per sentire la mia testimonianza visto che Rajmonda era scomparsa”.

LA GIOVANE ORGANIZZAVA EVENTI. Rajmonda, insieme a dei connazionali albanesi, aveva messo su una ditta individuale che organizzava spettacoli ed eventi. Stava lavorando per organizzare una festa nell’ex Caprice sul lungomare di Viareggio proprio per Capodanno. I genitori ed i fratelli vivono a Viareggio da diversi anni. Il bambino di otto anni si trovava in questo periodo da parenti in Sicilia, mentre la bambina di tre anniera a casa con il padre.

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