Giudici di Pace annunciano sciopero: “No alla controriforma”

di Redazione

Angelino AlfanoROMA. La Giustizia italiana finisce nel caos più di quanto non lo sia già.Da un lato il rischio di blocco dell’attività per la debolezza delle sistema informatico, dall’altro lo sciopero di due settimane, dal 17 al 28 gennaio prossimo, proclamato dall’Unione nazionale dei giudici di pace.

La nuova protestaè rivolta contro “il famigerato progetto di controriforma della magistratura onoraria”, che il governo si accingerebbe a “presentare nei prossimi giorni” e per sollecitare una “ragionevole proroga” per tutti i giudici di pace in scadenza.

“Nonostante gli incontri e le assicurazioni avuti con il ministro Angelino Alfano durante l’anno 2010, lo stesso Guardasigilli ha proposto al Consiglio dei Ministri (convocato per il 30 novembre 2010 e poi rinviato all’ultimo momento) un disegno di legge sulla riforma della magistratura onoraria quasi identico a quello già elaborato dal Ministero della Giustizia nel dicembre del 2009 e ritirato dopo gli scioperi indetti dall’Unione a dicembre 2009 e gennaio 2010″, lamenta l’Unione. Quel progetto, che ora il governo si accingerebbe a rispolverare “peggiora la condizione dei giudici di pace” perché tra l’altro non solo “non assicura la continuità del rapporto” e “non prevede nessuna forma di copertura previdenziale e assistenziale” ma anche “mina l’autonomia dei giudici di pace, sottoposti alla direzione del giudice di appello, previa soppressione dei coordinatori” e “preannuncia una sensibile riduzione delle indennità”. I giudici di pace contestano anche il decreto legge con cui il governo ha limitato “la proroga dei termini in scadenza al 31 marzo 2011, escludendo i colleghi il cui terzo mandato scade durante l’anno 2011”.

TAGLI AD ASSISTENZA INFORMATICA. “Una paralisi complessiva del sistema”, con la “chiusura dei tribunali”, e l’impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi. È quello che si rischia con il blocco dal primo gennaio scorso dell’assistenza informatica agli uffici giudiziari a causa della mancanza di fondi a seguito dei tagli decisi dal governo. Per questo l’Associazione nazionale magistrati annuncia una “protesta forte e decisa” e parla di “colpo finale” del governo a una “macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento”. “C’è il concreto rischio – si legge sul sito dell’Anm – che la giustizia possa subire un altro colpo ferale a causa degli ulteriori disservizi che potranno crearsi”. “Da tempo – prosegue l’Anm – sosteniamo la necessitá di considerare il settore giudiziario un settore strategico per il Paese e, invece, dobbiamo amaramente constatare come avvenga sistematicamente il contrario. Se l’informatizzazione dovesse venire meno il principale sconfitto sarebbe il cittadino”.

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