D’Alema: “Superare berlusconismo con larga alleanza”

di Redazione

Massimo D'Alema ROMA.Massimo D’Alema torna a promuovere il ritorno alle urne e un governo di responsabilità nazionale “per superare il berlusconismo”.

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, la considera una proposta molto seria, mentre Antonio Di Pietro daun lato dice sì all’ipotesi elezioni, ma mette in guardia da alleanze che definisce “contro natura”. Sul fronte Pdl, Sandro Bondi accusa D’Alema di voler sospendere le regole della democrazia, mentre Fabrizio Cicchitto definisce l’ipotesi avanzata dall’esponente Pd come un voler costituire una “armata Brancaleone”.

LA PROPOSTA DI D’ALEMA. “Il Paese attraversa una crisi democratica gravissima. – dice D’Alema in un’intervista a Repubblica – Se Berlusconi non si dimette, l’unico modo di evitare l’impasse e il caos politico-istituzionale è andare alle elezioni anticipate. Chiedendo agli elettori di promuovere quel governo di responsabilità nazionale che è necessario al Paese, per uscire da una crisi così profonda. Lancio un appello alle forze politiche di questo potenziale schieramento: uniamoci, tutti insieme, per superare il berlusconismo”. L’ex premier invita le opposizioni a “mettere da parte politicismi e interessi personali”, non indica un candidato premier (“non spetta a me questa indicazione”), e mette in guardia dalla “legittimazione autoritaria usata contro il principio di legalità: è questo il vero atto eversivo”. Tre gli obiettivi che D’Alema definisce per questo “governo costituente. Il primo, sciogliere il nodo della forma politico-istituzionale del bipolarismo italiano, promuovendo eventualmente anche un referendum sulle istituzioni: repubblica presidenziale o parlamentare? Il secondo è un grande patto sociale per la crescita, come fu con l’euro. Il terzo è il funzionamento dello Stato, perché lo stesso federalismo, se non è collegato a una vera riforma della Pubblica amministrazione (e quella di Brunetta non lo è) si riduce a semplice redistribuzione del potere tra elite”.

CASINI. “Sulla proposta di D’Alema serve una riflessione molto seria. Non si può liquidarla con una battuta” dice Casini. “Se bisogna tirare avanti così meglio le elezioni – dice Casini – Il governo non sta facendo nulla. Berlusconi è occupato in tutto, salvo che nel governare gli italiani. Fa solo degli spot ogni tanto, per dire che lavora dalla mattina alla sera. Tutti poi vedono di cosa si occupa dalla mattina alla sera. Se bisogna tirare avanti così meglio le elezioni, se invece cominciamo a fare delle cose serie noi siamo sempre stati per la responsabilità”. “Questo nuovo polo vuole cambiare la politica italiana. Rispetto agli spot del Pdl e a un federalismo della Lega che comporterà solo nuove tasse, noi vogliamo girare pagina. Se lo stile di Berlusconi è il nuovo – ha ribadito Casini, commentando le parole del premier sulla loro iniziativa – preferisco che la gente capisca che noi siamo il vecchio. E’ molto meglio essere definiti vecchi, se lo stile di conduzione della politica è quello di Berlusconi”.La questione della leadership non deve essere determinante per la nascita del Terzo Polo:”Se costruiamo una cosa nuova attorno a una persona – sostiene Casini – facciamo quello che rimproveriamo agli altri. Quando non ci sarò più io, l’Udc andrà avanti: i cimiteri sono pieni di gente che si riteneva indispensabile”.

DI PIETRO. Antonio Di Pietro, leader Idv,della proposta di D’Alema condivide solo una parte: quella di andare al voto anticipato. Non convide però il “come” andarci. Per intendersi, “l’alleanza costituente” lanciata dal presidente del Copasir, per il leader Idv è “un accoppiamento contro natura”, una coalizione “senza un programma” perché troppo diversa e quindi “non convincente. “Mi fa piacere che buon ultimo D’Alema si accorga oggi della necessità di liberarsi di Berlusconi. E, soprattutto, di andare alle elezioni e non di continuare a cincischiare cercando una maggioranza alternativa che non c’è, perché i numeri sono quelli che sono”. Il leader Idv si dichiara “convinto che, una volta detronizzato Berlusconi, si possa tornare ad una serena dialettica politica in cui il programma e la coalizione siano all’insegna del bipolarismo, senza accoppiamenti contro natura e contro natura considero gli accoppiamento tra destra e sinistra per il diverso programma che propongono e per le radici culturali che hanno”.

PDL. “D’Alema propone oggi un fronte comune emergenziale che, sia dal punto politico che sociale, sospenda di fatto gli effetti delle regole democratiche del suffragio elettorale e della consultazione referendaria fra i lavoratori0. – dice Sandro Bondi, coordinatore Pdl – L’intervista di D’Alema conferma che il nostro impegno per la democrazia è fondamentale per il futuro dell’italia e deve essere proseguito con il massimo vigore e convinzione”. Una sorta di Cln con tutti dentro, né compatta né omogenea, una “Armata Brancaleone”: Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, boccia l’ipotesi di una “alleanza costituente” proposta da D’Alema, affermando che comunque, perché il Parlamento possa essere sciolto, non basta una intervista, ma che il governo non abbia una maggioranza a sostenerlo.

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