Carfagna non rinnega il suo calendario sexy

di Redazione

Mara Carfagna oggi e ieriROMA.Il ministro Mara Carfagna non rinnega il suo passato di “calendarista”.

Una considerazione fatta durante una conferenza stampa in occasione della firma a Palazzo Chigi di un protocollo con l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) per contrastare l’utilizzo in pubblicità di immagini volgari e lesive della dignità della donna.

La titolare delle Pari Opportunità ha avuto un battibecco con una giornalista del quotidiano “L’Unità” che le contestava una “contraddizione” tra l’iniziativa odierna e tutto ciò che sta venendo fuori negli ultimi giorni riguardo all’immagine femminile. E qui la giornalista le ha ricordato le foto di un calendario fatto ai tempi di quando era una showgirl e che tornarono alla ribalta delle cronache in occasione della sua nomina a ministro del governo Berlusconi. “Non ho mai rinnegato le foto che ho fatto e che risalgono a 12 anni fa”, ha risposto Carfagna, che poi ha incalzato: “Proprio l’Unità non può fare la morale” perchè è un giornale che “si è fatto pubblicità utilizzando un fondo schiena femminile”. Carfagna forse già intuiva possibili polemiche, tanto che ad inizio conferenza stampa aveva detto di sperare che “l’iniziativa di oggi non sia strumentalizzata per piccoli fini politici”.

Il ministro ha anche ommentato l’inchiesta della Procura di Milano sul caso Ruby, ritenendola “un atto di persecuzione, spionaggio e invadenza senza precedenti nella storia della Repubblica italiana, con la casa del presidente del Consiglio tenuta sotto osservazione da più di un anno”.

IL PROTOCOLLO. L’accordo prevede che il dipartimento per le Pari opportunità si impegni a denunciare, anche su segnalazione dei cittadini, le comunicazioni commerciali ritenute lesive della dignità della donna o che contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne. Lo Iap verificherà con la massima celerità le segnalazioni del ministero per inibire nel più breve tempo possibile le comunicazioni pubblicitarie chiaramente in contrasto con i contenuti del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale.

Attraverso il protocollo viene istituito un ”comitato paritetico composto da tre rappresentanti del dipartimento per le Pari Opportunità e tre rappresentanti dell’Istituto che potrà chiedere il ritiro immediato di una pubblicità palesemente offensiva. E anche le campagne già affisse verranno oscurate”. Dunque, ”non ci sarà solo un effetto immediato ma anche un effetto deterrente visto che le campagne pubblicitarie costano denaro”. In particolare, con il protocollo, i firmatari si impegnano a collaborare per far in modo che gli operatori di pubblicità ed i loro utenti adottino modelli di comunicazione commerciale che non contengano rappresentazioni di violenza contro le donne, tutelino la dignità della donna ed evitino il ricorso di stereotipi di genere. E ancora: favorire e rafforzare ulteriormente l’applicazione del divieto di utilizzare l’immagine della donna in modo offensivo o discriminatorio e accelerare il procedimento di ingiunzione di interruzione della comunicazione commerciale offensiva o scorretta.

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