Bossi a Berlusconi: “Abbassare i toni”. Alla Camera nascono i “Responsabili”

di Redazione

Berlusconi-BossiROMA. Umberto Bossi interviene sul caso Ruby, invitando Silvio Berlusconi a essere più prudente. Il premier “deve essere più cauto. Tutti insieme – secondo il leader della Lega – devono abbassare i toni. Anche i magistrati”.

Mercoledì, dal presidente del Consiglio è arrivato un nuovo attacco ai pm milanesi che indagano sulle serate ad Arcore. Riferendosi al trattamento ricevuto da alcune delle ragazze da parte dei magistrati, il Cavaliere ha parlato di una “procedura irrituale e violenta, indegna di uno stato di diritto che non può rimanere senza un’adeguata punizione”. La parole del capo del governo non sono però piaciute all’Anm. Secondo il presidente Luca Palamara, le accuse del premier “rischiano di mettere seriamente in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. E c’è preoccupazione anche tra alcuni consiglieri del Csm, che apostrofano le dichiarazioni del presidente del Consiglio come “sconvolgenti e violente”, capaci di mettere “a rischio la democrazia nel suo insieme”.

MONTEZEMOLO: “DEPORRE LE ARMI”.Un invito a “deporre le armi” arriva anche dal presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, il quale ha sottolineato il fatto che è “sotto gli occhi di tutti come, dopo due anni sono andate le cose” in termini di riforme del Paese. Per questo nel futuro è “sempre più indispensabile pensare ad una legislatura costituente che nel corso di due o tre anni realizzi quelle poche riforme indispensabili a far ripartire l’Italia”. per l’ex leader di Confindustria, gli italiani vivono in queste giornate “un profondo turbamento” ed “esiste la concreta possibilità che la tenuta del Paese, il suo equilibrio interno e la sua pace sociale vengano messi in discussione dall’oggi al domani dal concatenarsi di effetti della crisi economica, della perdita di autorevolezza della politica e dal crescere di inquietudini radicali nel corpo più profondo del Paese”.

AVVENIRE: “SCONCERTO”.L’inchiesta che vede indagato il premier per prostituzione minorile e concussione resta, dunque, in primo piano. Il quotidiano della Cei Avvenire tiene alta l’attenzione su Berlusconi, aprendo a tutta pagina sull’attacco a mezzo videomessaggio del presidente del Consiglio ai giudici che vorrebbero processarlo. Il giornale dei vescovi pubblica inoltre integralmente il testo di un appello sul caso Ruby del “Movimento politico dell’unità” a cui, come evidenzia lo stesso giornale – aderiscono parlamentari cattolici aderenti a gruppi di centrosinistra, centrodestra e centro, dal contenuto inequivocabile. “Il turbamento dell’opinione pubblica sottolineato dal presidente della Repubblica per le gravi ipotesi di reato è anche il nostro. Il disorientamento e lo sconcerto di tanta gente che continuamente ci avvicina – si legge nel testo – è anche il nostro. Temiamo che questo ulteriore e possente colpo a credibilità e affidabilità della classe politica nel suo complesso, possa determinare l’allontamento definitivo dalla partecipazione alla vita pubblica del Paese”. D’altra parte, lo stesso direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, in risposta alle domande di un lettore su un tema diverso dal caso Ruby, coglie l’occasione per tornare a sottolineare come in Italia “c’è urgenza di buoni esempi”.

I “RESPONSABILI”.Intanto, a dare man forte alla maggioranza alla Camera arriva il gruppo dei “responsabili”, ex di Fli, Udc e Pd usciti dai rispettivi gruppi in occasione voto di fiducia del 14 dicembre. “Non siamo la stampella del governo, ma la terza gamba” hanno spiegato in una conferenza stampa organizzata in mattinata per illustrare la loro “opzione politica”. Nel pomeriggio poi la costituzione del gruppo parlamentare “Iniziativa responsabile” è stata annunciata dal vicepresidente della Camera, Antonio Leone, all’Assemblea di Montecitorio. Il nuovo gruppo nasce con 21 deputati. “Siamo 22”, aveva detto il capogruppo pro-tempore Luciano Sardelli: rispetto ai venti parlamentari annunciati alla vigilia, sono arrivati infatti due “innesti” dal Pdl, i deputati Mario Pepe e Vincenzo D’Anna, ma si è tirato fuori Calogero Mannino.

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