Battisti: “Sono un perseguitato, il mio caso moneta di scambio”

di Redazione

Cesare Battisti ROMA.“Sono un perseguitato”,lo ha detto Cesare Battisti in un’intervista a un periodico brasiliano.

L’ex terrorista dei Pac,per il quale il Brasile ha negato l’estradizione in Italia,sottolinea anche il “coraggio” dell’ex presidente Lula, che ha detto ‘no’ alla sua estradizione in Italia, oltre a prendersela con il sistema giudiziario del Brasile. “Se Lula avesse deciso prima” del 31 dicembre, ultimo giorno della sua presidenza, “gli avrebbero dato addosso, perché sconfiggere me equivale a sconfiggere lui. Ora, l’obiettivo principale della destra brasiliana è quello di colpire” il governo della presidente Dilma Rousseff, afferma Battisti, che dal 2007 è in un carcere in Brasile, in un’intervista – la prima dal molti mesi a questa parte – concessa al settimanale di sinistra ‘Brasil de Fato’, che sul proprio sito web ha anticipato una parte delle dichiarazioni.

“Sono un perseguitato perché scrittore, e con un’immagine pubblica. Se non fosse così, sarei uno dei tanti, come diversi italiani usciti dal Paese per lo stesso motivo. “Sono perseguito dallo Stato italiano” e in Brasile “dal sistema giudiziario”. “Non esiste alcun Paese nel mondo nel quale un’estradizione non sia decisa dal capo dell’esecutivo. Immaginiamoci se quanto ha deciso il potere giudiziario brasiliano fosse accaduto in un altro paese, per esempio la Francia. Sarebbe assurdo, impensabile”, ha detto Battisti, riferendosi alla decisione presa dal Supremo Tribunal Federal brasiliano di tornare ad esaminare, a febbraio, il suo caso, anche dopo il diniego di Lula alla sua estradizione.

“Il mio caso è diventato moneta di scambio”. Alla domanda del cronista su cosa pensi delle ripercussioni sulla sua vicenda, Battisti risponde: “E’ difficile parlare di questo, è la ragione per la quale sono rimasto traumatizzato e ho avuto bisogno di uno psichiatra. Mi basta vedere in tv qualsiasi cosa riguardante l’Italia, anche non su di me e subito perdo il controllo, entro in uno stato semi-cosciente. Ieri, per esempio, una rete tv brasiliana ha parlato di Berlusconi con le sue prostitute e mi è bastato sentire la notizia ‘Italia’ per rimanere cosi… tremolante. Quando il mio caso è diventato internazionale, è diventato anche una moneta di scambio per molte cose. Hanno fabbricato un mostro che non ha niente a che vedere con me”.

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