Carovita e disoccupazione, rivolta in Algeria e Tunisia

di Redazione

 ALGERI. Violente proteste sono in atto inAlgeria e Tunisia contro gli aumenti dei generi di prima necessità, la disoccupazionee la corruzione fra la classe dirigente.

In Tunisia le proteste sono iniziate già prima di Natale, ma le notizie giungono soltanto ora poiché il regime del presidente Zine al-Abidine Ben Ali (il più autoritario del Nord Africa, secondo solo a quello libico di Gheddafi) ha impedito il lavoro ai mass media. Il 27 dicembre un giovane laureato, Mohamed Bouaziz, che fa l’ambulante abusivo a Sidi Bouzid si è dato fuoco per protestare contro la polizia comunale che gli aveva sequestrato la merce. E’morto alcuni giorni dopo. L’esempio di Bouaziz ha trovato emulatori. A Chebba un muratore di 52 anni, padre di due laureati disoccupati, si è impiccato. L’uomo era malato e aveva disperato bisogno di aiuti per curarsi e dar da mangiare alla famiglia. Un giovane si è suicidato nella città mineraria di Metlaoui, dove già erano scoppiati disordini nel 2008, mentre sono molte le notizie di tentativi di togliersi la vita.

Il 6 gennaio, poi,migliaia di avvocati hanno aderito a uno sciopero della categoria indetto in tutte le città contro il governo, denunciando “un uso senza precedenti” della forza e affermando il dovere di “difendere la libertà di espressione” e “il diritto degli abitanti di Sidi Bouzid e di altre regioni all’occupazione, alla dignità”.

A testimoniare il tentativo di oscurare le proteste è l’arresto, giovedì sera a Sfax,di Hamada Ben-Amor, rapper 22enne conosciuto come “Il Generale”, il quale ha scrittoun brano dal testo assai critico verso il governo, facendo riferimento ai problemi dei giovani e alla disoccupazione. La canzone, dal titolo “Presidente, il tuo popolo sta morendo”, era stata pubblicata una settimana fa su Youtube ed è divenuta la colonna sonora della rivolta dei disoccupati di Sidi Bouzid, estesasi poi in tutto il Paese. Arrestati, inoltre, due blogger accusati di attacchi informatici ai siti governativi. Scontri si sono registrati anchea Jbeniana, dove la polizia ha disperso una manifestazione di liceali, e a Tala. Il presidente Ben Ali, tra l’altro, la scorsa settimana ha effettuato un rimpasto di governo e rimosso il governatore di Sidi Bouzid.

La protesta ha valicato anche i confini tunisini. A Parigi duecento persone si sono riunite nel quadro di una giornata internazionale di solidarietà con la rivolta sociale in Tunisia, altre hanno protestato in Canada davanti al consolato tunisino a Montreal.

ALGERIA.Situazione altrettanto tesa in Algeria dove si è verificata una violenta battaglia tra polizia e manifestanti in uno dei quartieri centrali di Algeri, mentre nella periferia orientale sarebbe stato incendiato il deposito della nuova linea tramviaria ancora in costruzione, secondo quanto riferito all’Ansa. Anche qui le notizie trapelano col contagocce. Nessun bilancio degli scontri è stato diffuso da fonti ufficiali, ma la stampa locale parla di decine di feriti in tutto il Paese. La protesta in Algeria ha avuto inizio il 4 gennaio dopo gli ultimi aumenti dei prezzi di prodotti alimentari di largo consumo. Gli ultimi rincari hanno fatto salire, ad esempio, del 20% i prezzi di zucchero e olio. In diversi quartieridella capitale, soprattutto i più poveri, sono avvenuti scontri tra polizia e manifestanti che hanno incendiato auto e saccheggiato negozi. Gruppi di giovani armati di barre di ferro, pietre e coltelli si sono scontrati con le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa. Nel quartiere di Bab al-Ouad, ex roccaforte del disciolto Fronte islamico di salvezza (Fis), i manifestanti hanno tentato di dare l’assalto al commissariato di zona: la polizia ha sparato in aria e arrestato venti persone. Il numero due del Fis, Ali Benhadj, è stato arrestato tra mercoledì e giovedì. Migliaia di giovani sono scesi nelle strade anche nelle altre principali città del Paese. In serata erano bloccate tutte le strade che portano nell’ovest. Venerdì la polizia ha presidiato le principali moschee della capitale dove si temevano nuove manifestazioni dopo la preghiera islamica del venerdì.

Dopo le proteste, il ministero del Commercio ha deciso di abolire la tassa sui prodotti alimentari. Secondo quanto ha reso noto l’agenzia di stampa ufficiale algerina, il provvedimento dovrebbe riportare i prezzi ai livelli pre-tassa e porre fine alle rivolte. Per evitare ulteriori problemi, la Lega algerina calcio ha annullato tutte le partite del campionato in programma venerdì e sabato.

USA E UE “PREOCCUPATI”. La Commissione europea ha espresso preoccupazione per la situazione nei due Paesi,”deplora l’uso della violenza e la perdite di vite umane” e “chiede di non fare ricorso all’uso della forza e di rispettare le libertà fondamentali”, ha affermato una portavoce del commissario all’Allargamento Stefan Fuele. Gli Stati Uniti, intanto, hanno convocato venerdì l’ambasciatore tunisino a Washington per esprimere la loro preoccupazione e hanno chiesto il rispetto delle libertà individuali, in particolare sulla questione del libero accesso a Internet.

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