CARINARO. Il nuovo parroco di Carinaro, don Antonio Lucariello, distintosi sin dallinizio del suo parrocchiato per numerose iniziative, viene intervistato da Dario De Matola, studente di sociologia.
Si è insediato da poco a Carinaro, la sua precedente esperienza è stata a Crispano, in provincia di Napoli. Quali differenze ha riscontrato tra queste due realtà? Sono due realtà completamente diverse. Rispetto a Carinaro, dove cè una comunità ben definita territorialmente, a Crispano vi era un gran numero di napoletani non solo del posto, ma anche di Afragola, Casoria e comuni limitrofi, quindi si trattava di un agglomerato. Certo, allinizio ho trovato un po di diffidenza, essendo forestiero, ma poi sono rimasto 14 anni, vivendo una bellissima esperienza e realizzando tantissimi progetti. Ora sono a Carinaro, ho trovato un paese diverso da come me lo aspettavo: noto gente che ha sete della parola di Dio e che chiede la presenza del sacerdote sul territorio. Vi è poi una partecipazione massiccia da parte dei fedeli alla santa messa, soprattutto il sabato e la domenica, e alle feste come quella di SantAntonio Abate tenutasi il 17 gennaio e quella di SantAgnese che ha visto una fiaccolata per le strade del paese sul tema della violenza sugli innocenti. Una manifestazione di solidarietà nei confronti di tanti bambini abbandonati e vittime di abusi, anche da parte degli stessi genitori.
Che attività intende svolgere nella sua parrocchia per evitare che i fedeli possano perdere la retta via? Sto iniziando un po alla volta ad inserirmi a Carinaro poiché, anche se è la mia terra natia, visto che sono stato lontano molti anni ad oggi per me è una realtà quasi sconosciuta. Al momento posso dire che la presenza della chiesa sul territorio può produrre effetti positivi sulle famiglie e sui giovani che vedo un po assenti.
Ci sono persone che Le chiedono aiuto dopo essere state vittime di violenze? A Carinaro, in questo breve periodo trascorso dal mio insediamento, finora non è successo. Ma nel passato si verificò un caso, che balzò anche alle cronache nazionali, di una bimba vittima di abusi da parte del padre e di uno zio. La bambina poi morì. In quella vicenda io e la comunità intervenimmo con forza, manifestando vicinanza e solidarietà a quella famiglia.
Che opinione si è fatto dello scandalo dei preti pedofili nella Chiesa? Credo che la Chiesa, con Giovanni Paolo II, abbia compiuto un grande atto di umiltà chiedendo perdono dei peccati commessi da quei sacerdoti. Con Benedetto XVI, poi, vi è stato un ulteriore slancio, con tolleranza zero verso chi ha prodotto danni enormi alle vittime e a tutto il mondo cattolico. Dinanzi a questi crimini mi sento di usare parole di misericordia poiché, come diceva un grande teologo, dove manca lamore noi siamo chiamati ad aggiungere lamore, dove manca la misericordia dobbiamo metterci noi la misericordia.