Caserta, uccise la moglie a fucilate: condanna in appello a 12 anni

di Redazione

 CASERTA. L’ennesima lite in un rapporto sempre più deteriorato, un raptus di follia e l’uxoricidio.

Dodici anni di reclusione sono stati inflitti dalla Corte d’assise d’appello di Roma, presieduta da Mario Lucio D’Andria, a Marcello Vizzaccaro, meccanico di 53 anni, sotto processo perché accusato di avere ucciso al termine di una violenta discussione, nell’ottobre 2008 a San Pietro Infine, piccolo comune collinare della provincia di Caserta al confine con quella di Frosinone, la moglie Adriana D’Agostino. I giudici di secondo grado hanno, quindi, confermato la condanna inflitta all’uomo dal gup di Cassino, Alessandrina Tudino, l’11 novembre del 2009.

Secondo l’accusa, il 23 ottobre 2008, a precedere l’aggressione mortale fu l’ennesima lite familiare nata in seguito alla ferma determinazione della donna a separarsi dal marito dopo più di 20 anni di convivenza. Per questo, pare si fosse anche consultata con un avvocato. Quel giorno, secondo l’accusa, Vizzaccaro, titolare di un’officina per la riparazione di mezzi pesanti ed agricoli, rientrò in casa e, dopo aver tentato di convincere la moglie a non avviare la pratica di separazione, iniziò a discutere animatamente con lei. Causa scatenante fu l’ostinazione della donna a portare avanti la sua decisione. Vizzaccaro ebbe un raptus di follia, si armò di un fucile calibro 12 che deteneva legalmente, raggiunse la moglie in cucina e le esplose contro due colpi in pieno petto. Adriana D’Agostino morì sul colpo; il marito salì sulla propria autovettura e andò alla stazione dei carabinieri della vicina Mignano Montelungo dove confessò il delitto.

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