Camorra, sequestro da 17 milioni nel salernitano al clan Maiale

di Redazione

Guardia di Finanza SALERNO. La Guardia di Finanza di Salerno ha sequestrato beni per 17 milioni di euro a un noto imprenditore della Piana del Sele, nel Salernitano, ritenuto il riciclatore del clan Maiale.

Ad Antonio Campione, di Battipaglia, già tra il 2007 e il 2008, dopo una condanna, furono sequestrati beni per 18 milioni e nel 2009 altri per altri 25 milioni. Il provvedimento odierno della procura salernitanaè basato sul fatto che Campione, venuto a conoscenza per una notifica di altre indagini sul suo conto, ha intestato ai 3 figli maschi e a un prestanome, aziende, immobili e quote societarie, per evitare appunto sequestri. Sigilli a due appartamenti, un terreno, tre locali deposito, due auto, due aziende agricole, quattro societa’ immobiliari e quote di altre 10 società.
Lo scorso 28 dicembre vi fuil sequestro di altrenove unità immobiliari, tra le quali un allevamento di bufale con centinaia di capi.Beni riconducibili a Pasquale Onnembo, ritenuto vicino al clan Maiale e ad alcuni suoi familiari, dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Salerno su disposizione della locale Procura. In merito ai questi beni, il capoclan Giovanni Maiale, ora collaboratore di giustizia, ha riferito che buona parte dei proventi dell’attività estorsiva dell’organizzazione criminale, vennero reinvestiti nell’acquisto di centinaia di capi bufalini, circa 300, che andarono a incrementare l’allevamento di Onnembo. Sottoposto a sequestro anche un agriturismo realizzato attraverso l’erogazione di fondi pubblici, un’impresa individuale, 35 terreni, 6 autoveicoli, 190 capi bufalini e 20 vitelli.
Proprio i terreni dove i componenti della famiglia Onnembo facevano pascolare i loro capi di bestiame, Pasquale Onnembo provvide a nascondere i corpi di Marcello Montagna, Salvatore Monti e Nicola Lano, tutti appartenenti al gruppo di Mario Pepe attivo nell’agro noverino-sarnese. Le vittime, infatti, furono uccise ad Eboli nel febbraio 1991 per ordine di Carmine Alfieri. Secondo l’accusa, Onnembo si preoccupò di occultare i cadaveri che erano stati trasportati a bordo di una Renault 4 in un posto isolato con uno steccato per il pascolo dei bovini, dove fu scavata una fossa apposita. Il 14 novembre 1997, con sentenza della Corte di Assise di Appello di Salerno, Onnembo venne condannato a oltre 26 anni di reclusione per omicidio continuato in concorso, detenzione illegale di armi e munizioni continuata in concorso, soppressione di cadavere continuata in concorso. Il pregiudicato è stato poi condannato, nel corso degli anni, per detenzione illegale continuata in concorso di armi e munizioni, ricettazione continuata in concorso ed estorsione continuata in concorso.
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